Economia / Sondrio e cintura
Mercoledì 22 Marzo 2017
L’Unione commercio: «Eliminare i voucher una scelta dissennata»
Il giudizio di Loretta Credaro, presidente dell’associazione, era stato decisamente severo subito dopo la notizia delle novità. E ora la linea viene confermata.
Stavolta non protestano i sindacati dei lavoratori. La richiesta di intervento al governo arriva dalle associazioni degli imprenditori e in particolare dai Commercianti. A pochi giorni dall’eliminazione dei voucher, l’Unione Commercio turismo e servizi della provincia di Sondrio manifesta il proprio appoggio alle azioni che Confcommercio, insieme ad altre sigle appartenenti al sistema confederale, sta portando avanti «per fare pressione sul Governo affinché colmi il vuoto normativo provocato dall’abrogazione dei voucher, con l’individuazione di uno strumento utile per sopperire a specifiche esigenze di lavoro temporaneo».
Il giudizio di Loretta Credaro, presidente dell’associazione, era stato decisamente severo subito dopo la notizia delle novità. E ora la linea viene confermata.
«Pasticcio all’italiana»
«Un pasticcio all’italiana, una scelta sbagliata, miope e dissennata che fa tabula rasa di uno strumento che, usato con moderazione e nel rispetto delle sue finalità cioè regolamentare il lavoro occasionale e accessorio, poteva continuare a essere non solo utile ma, addirittura, prezioso – spiega -. E invece, si è preferito cancellare tutto con un antidemocratico quanto pavido colpo di spugna, si è optato per la strategia del gambero, tornare indietro su tutta la linea senza offrire alternative in cambio».
«Duro colpo»
Nella riunione di giunta di lunedì quest’argomento ha trovato, com’era del resto naturale, largo spazio. «Il mondo del terziario, e in particolare il settore turistico e della ristorazione legato al lavoro stagionale, è in prima linea nell’essere colpito dal provvedimento e le conseguenze che si prefigurano possono essere davvero pesanti in una provincia a vocazione turistica come la nostra». Il giudizio dell’Unione Cts sull’abrogazione dei cosiddetti buoni lavoro è dunque drastico e perentorio sia nel metodo con cui è maturata la decisione sia nel merito dei suoi contenuti. «È davvero incredibile – rincara la dose Loretta Credaro – che il governo abbia preferito piegarsi alle discutibili pretese ideologiche di una sola rappresentanza e farsi intimorire dalla prospettiva del referendum, strumento di espressione democratica, ignorando irresponsabilmente i bisogni concreti del Paese reale e degli imprenditori che rappresentano la spina dorsale della nostra economia, molti dei quali rischiano di essere messi in ginocchio proprio dalla cancellazione dei voucher». Riguardo ai contenuti, «è inaccettabile che dopo una lunga gestazione, tra incertezze e dibattiti inconcludenti, si sia arrivati a un esito del tutto scriteriato e di così basso profilo». La conclusione è altrettanto chiara. «Se i voucher sono stati in taluni casi abusati, cosa peraltro non sempre vera, bastava correggere il tiro mettendo dei paletti per meglio regolamentarli, ma non occorreva certo cancellarli».
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