L’euro recupera sul franco, ma resta sotto i livelli del 2023

L’euro di recente ha gradualmente recuperato parte del terreno perduto sul franco, tanto da registrare mercoledì pomeriggio - con un cambio pari a 0,9820 franchi - il valore più alto da nove mesi a questa parte nei confronti della moneta rossocrociata.

Lontano dai riflettori del grande pubblico, ma sotto la costante lente dei nostri frontalieri (per ovvi motivi legati ai salari), l’euro così bistrattato dal 19 ottobre in poi nei confronti del franco, di recente ha gradualmente recuperato parte del terreno perduto, tanto da registrare mercoledì pomeriggio - con un cambio pari a 0,9820 franchi - il valore più alto da nove mesi a questa parte nei confronti della moneta rossocrociata.

In soccorso dell’euro è giunta anche la decisione della Banca nazionale svizzera - in parte attesa - di tagliare dello 0,25% il cosiddetto “tasso guida”, portandolo all’1,50%. Immediato l’indebolimento del franco, i cui valori massimi - lo ricordiamo - nei confronti della nostra moneta se da un lato avevano e continuano a rendere robusti gli stipendi dei frontalieri, dall’altro hanno contribuito a frenare in maniera rilevante l’export, mettendo in serio pericolo la stabilità di molte imprese.

Il franco resta (al momento) ancora conveniente per quanto concerne gli stipendi dei nostri lavoratori. Prova ne sia che se il 28 marzo di un anno fa 1000 franchi valevano 1005,32 euro oggi vengono scambiati a 1019,26 euro. Dunque su un ipotetico stipendio di un nostro frontaliere pari a 4 mila franchi, la sola fluttuazione del cambio ha portato in dote 55,76 euro al mese in più, che se spalmati nell’arco dei dodici mesi valgono quasi 670 euro in più a parità di stipendio. Certo la potenza di fuoco del franco nei confronti dell’euro è sensibilmente diminuita dal 2 febbraio ad oggi.

Basti pensare che a quella data 1000 franchi venivano scambiati a 1073 euro, il che significa che a fronte di uno stipendio di 4 mila franchi il cambio portava in dote 4292 euro. Oggi invece, per tornare alla stretta attualità, gli stessi 4 mila franchi valgono 4077 euro ovvero 165 euro in meno su base mensile. Il primo test sulla tenuta del franco si avrà in questo week end di Pasqua con gli albergatori ticinesi che hanno già messo in conto la rinuncia, proprio per l’evoluzione avuta dalla moneta rossocrociata, di una parte dei turisti italiani e soprattutto tedeschi. Su questo lato del confine non dovrebbero invece esserci ripercussioni. Il discorso non riguarda invece, su entrambi i lati della frontalieri, gli hotel a cinque stelle, che fanno storia a sé.

Un altro tema di attualità è rappresentato dalla spesa di confine, che - in base alle ultime statistiche - vede oltre un ticinese su due rivolgersi ai supermercati e agli ipermercati delle vicine province di confine. La spesa in Italia per loro sarà meno conveniente.

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