La Provincia con Acinque. Una nuova rubrica per fare chiarezza sull’emergenza dell’energia

L’amministratore delegato di Acinque Energia spiega i contenuti della nuova rubrica “Luce e Gas. Acinque risponde”, tutti i venerdì su La Provincia

Una finestra a disposizione dei lettori per fare chiarezza su tutto ciò che concerne il tema dell’energia ed in particolare il prezzo di luce e gas. È il focus della rubrica “Luce e Gas. Acinque risponde” che il giornale ha deciso di promuovere in collaborazione con il gruppo Acinque. Uno spazio di dialogo, confronto e informazione che ritroveremo tutti i venerdì, per dieci settimane, a cominciare da venerdì 17 febbraio. I lettori hanno la possibilità di porre quesiti relativi all’emergenza energetica mandando un’email all’indirizzo [email protected] (ovviamente si affronteranno tematiche di interesse generale mentre per tutto il resto i lettori hanno a disposizione i consueti canali attivati dal loro fornitore di luce e gas ).

Perché Acinque è in prima fila nell’informazione ai cittadini?

Da sempre come gruppo abbiamo provato a mettere la nostra competenza al servizio non solo dei nostri clienti, ma di tutti i cittadini del territorio - risponde Giovanni Perrone, amministratore delegato di Acinque Energia - Già da tempo abbiamo superato la logica cliente-venditore secondo cui il venditore è più contento se il cliente compra di più, anche quello che non gli serve. Noi riteniamo che così facendo non facciamo un buon servizio a nessuno: al cliente perché compra qualcosa che non gli serve e all’ambiente perché si usano inutilmente risorse preziose. Da qui i nostri consigli, già raccolti dal giornale La Provincia in varie occasioni, a ridurre gli sprechi e i consumi non necessari.

Vista la situazione c’era la possibilità di non riuscire a garantire la continuità della fornitura di energia. Anche i cittadini hanno fatto la loro parte?

Quest’anno un po’ ci ha aiutato il meteo, è vero, ma secondo alcuni studi autorevoli vi sono anche dei comportamenti virtuosi da parte dei consumatori che un po’ spaventati dai prezzi alti un po’ per il martellamento che c’è stato sui media, hanno rivisto i loro consumi. Quello che è successo dopo, ovvero l’esplosione dei prezzi dell’energia elettrica e del gas a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, per certi versi ci ha avvicinato ancora di più al cliente perché ci ha fatti scoprire tutti dallo stesso lato della barricata.

Come azienda come avete affrontato la necessità di trasferire ai clienti l’aumento vertiginoso dei prezzi?

In una metafora che uso spesso paragono Acinque al fruttivendolo che al mattino presto (nel nostro caso, qualche mese prima) va sui mercati all’ingrosso per approvvigionare la merce per i propri clienti. Se una mattina ci si sveglia che i prezzi all’ingrosso sono aumentati di 10 volte (è quello che è successo quest’estate) quei prezzi sono decuplicati per tutti, per il cliente e per il “fruttivendolo” che dovrà sborsare 10 volte quello che sborsava prima per portare la merce sui propri banchi, ma il suo guadagno per tenere aperta l’attività sarà quello di prima.

In quel frangente, ovvero nel picco dei prezzi all’ingrosso che grossomodo è stato nei 6 mesi successivi allo scoppio della guerra, abbiamo sentito una forte responsabilità nei confronti dei nostri clienti e abbiamo deciso di sospendere qualunque proposta a prezzo fisso. Non aveva senso proporre ai nostri clienti di bloccare per 12 o 24 mesi dei prezzi irrazionali e irragionevoli che in quel momento stavano riflettendo le tensioni e le paure dei mercati internazionali di fronte ad un conflitto bellico. E quindi abbiamo suggerito e proposto di optare per un prezzo variabile perché era l’unico modo per non incorporare quei prezzi folli.

Una previsione che si è dimostrata corretta?

La storia ci ha dato ragione. Oggi i prezzi variabili sono scesi considerevolmente rispetto ai picchi di quest’estate. Quindi i clienti che hanno accolto la nostra proposta pagano quattro o cinque volte in meno rispetto ai clienti che hanno fissato il prezzo l’estate scorsa. È chiaro che rispetto a oltre un anno fa il prezzo è raddoppiato o triplicato, ma rispetto ai prezzi che avremmo fissato al cliente questa estate stiamo parlando di tre o quattro volte meno. Insomma, credo che abbiamo reso un buon servizio ai nostri clienti nei limiti di quanto ci era possibile.

Siete riusciti a mantenere gli impegni già assunti con i clienti?

Ci sarebbe piaciuto non riflettere i rincari, ma purtroppo nemmeno noi riusciamo a trovare sui mercati all’ingrosso le condizioni di un tempo. Abbiamo mantenuto le condizioni pattuite pre-rincari coi nostri clienti fino all’ultimo giorno di validità delle condizioni, nonostante tutti i nostri costi siano saliti. Sappiamo bene che ormai viaggiamo su tassi di inflazione elevati e quindi anche i nostri costi sono saliti, ma finché avevamo un contratto col cliente che prevedeva un prezzo fisso, lo abbiamo mantenuto tale. Cosa che non tutti hanno fatto. Tanti operatori hanno cambiato le condizioni economiche in corso di validità del contratto, con una semplice lettera, invocando l’eccessiva onerosità sopravvenuta. Ma non noi.

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