La moda made in Italy
sfila negli Emirati Arabi

Sfilate, mostre e concerti per promuovere le eccellenze locali. E' questo il succo della missione promossa dal Comitato Lombardia per la moda tra Abu Dhabi e Dubai con Camera di Commercio e Fiera Milano

MILANO  L'immaginario legato al "made in Italy" invade gli Emirati Arabi: negli ultimi sei mesi la stampa locale ha citato almeno 100 volte le eccellenze italiane, secondo una ricerca realizzata dall'Osservatorio Internazionale della Moda per il Comitato Lombardia per la Moda che, forte di questi dati, ha organizzato, da domani al 18 marzo, una missione commerciale tra Abu Dhabi e Dubai, insieme a Camera di Commercio e Fiera di Milano.
«Si parte in una logica sistemica, da squadra compatta» spiega Giovanni Bozzetti, presidente del tavolo lombardo per la moda, appoggiato dal presidente di Fiera Milano Claudio Artusi, secondo il quale «questa non è l'ennesima missione: siamo tutti insieme e abbiamo come punto di forza la moda, che è un mezzo di penetrazione formidabile». La Camera della moda, infatti, è stata chiamata dagli Emirati come consulente per la prima fashion week locale che, dal 15 al 18 marzo, oltre agli stilisti arabi, ospiterà anche grandi nomi del made in Italy come Missoni, Pucci e Albino. Per l'occasione, all'Emirates Palace Hotel di Abu Dhabi sono attesi circa 1000 ospiti, tra retailers, buyers, produttori e stampa internazionale.
Anche se i numeri sono significativi, con l'export italiano verso gli Emirati che cresce a un ritmo del 30% l'anno e un saldo attivo di 3 miliardi di euro per i primi 9 mesi del 2007, il made in Italy «deve fare i conti con Germania, Francia e Spagna che - dice Artusi - hanno presenze più consolidate».
Per questo, le principali griffe italiane sono alla ricerca di nuovi spazi e joint venture negli Emirati: Armani ha siglato un accordo da un miliardo di dollari con Emaar, la più grande azienda locale di real estate, per la costruzione di 7 hotel di lusso e 3 resort, mentre per fine anno dovrebbe aprire a Dubai il secondo Palazzo Versace al mondo, dopo quello australiano. Se il gruppo Mariella Burani ha siglato un accordo con Damas per la gioielleria, il settore che più tira il nostro export, sono già 80 le aziende italiane con filiali nei 7 Emirati. Dolce & Gabbana, che negli ultimi mesi ha aperto boutique a Jedda e Riyadh, conta di aggiungere altri 9 punti vendita entro la prima metà dell'anno. Anche Gucci, che ha già un monomarca a Dubai, nel corso dell'anno aprirà in Qatar e in Bahrain. Oltre alla moda, la Ferrari, che negli Emirati ha ottenuto una crescita del 60% nel 2007, ha iniziato i lavori per la costruzione del 'Ferrari Theme Park' a Yas Island, che dovrebbe aprire nel 2009, come si legge su 'Gulf News'. Si parla di espansione anche per la Maserati, con un nuovo ufficio aperto a Dubai. Grazie al boom dell'edilizia, c'è una richiesta sempre maggiore anche nel settore del design, tanto che la moschea di Abu Dhabi, la terza al mondo per grandezza, è tappezzata di mosaici italiani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA