Il turismo tiene
ma gli occupati calano

Hotel pieni nei week end meno negli altri giorni di luglio. Ma sensazioni positive per il mese di agosto. «Assunzioni diminuite in media del 20 per cento».

Hotel pieni (o quasi) nei weekend, meno negli altri giorni di luglio. Poi per agosto le sensazioni sono molto positive. Ma intanto si confida nel supporto del governo, perché il settore degli alberghi rischia di pagare un prezzo altissimo al termine dell’emergenza coronavirus. «C’è un certo ottimismo nella categoria, anche perché nei mesi scorsi si era temuto di dover fare i conti con una situazione ben peggiore - premette Roberto Galli, presidente provinciale di Federalberghi, l’associazione che riunisce le imprese del settore e fa parte di Confcommercio -. Ma le questioni ancora da affrontare non mancano».

Federalberghi a livello nazionale ha definito con chiarezza le misure che è indispensabile adottare se si vogliono salvare le imprese e i posti di lavoro: prorogare la cassa integrazione sino a fine anno, ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale e completare le misure sull’Imu e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere.

«Ci sono delle misure finalizzate al supporto del settore, anche in vista delle Olimpiadi invernali del 2026 - aggiunge l’imprenditore di Livigno -. Ma dobbiamo fare un confronto con quanto avviene in altri territori. La Provincia di Verona, ad esempio, ha stanziato trenta milioni di euro, Regione Lombardia ne ha messi a disposizione diciassette per tutto il territorio».

In generale il personale è stato ridotto. «Ci sono stati molti dubbi sul numero di collaboratori necessari per affrontare la stagione estiva. La nostra provincia è una delle poche dove sono state aperte quasi tutte le strutture, ma praticamente tutti hanno assunto meno persone, in media il venti per cento in meno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA