Il peso dei rincari
anche sulla bresaola
«Sono insostenibili»

Il Consorzio IgpLa carne è aumentata fino al 40% ma l’elenco è lunghissimo e mette in crisi le aziende «Senza l’aiuto di tutta la filiera non ce la facciamo più»

Guerra in Ucraina e prezzi fuori controllo, il Consorzio di tutela bresaola della Valtellina insieme a un grido d’allarme lancia un appello a fare sistema all’interno della filiera e con la collaborazione delle istituzioni perché «malgrado gli sforzi profusi ormai da alcuni mesi, l’innalzamento complessivo dei costi di produzione non può più essere metabolizzato dai soli produttori».

Schiacciati dal mercato

Gli aumenti tra il 30 e il 40% dei prezzi della carne bovina proveniente dal Sud America, del +30% di quella europea, il segno più davanti ai costi degli imballaggi e dell’energia, con gas e petrolio ai massimi storici, del trasporto delle merci, insieme all’aumento delle materie prime fondamentali per l’allevamento dei bovini da carne (grano, mais e girasole) fanno crescere la preoccupazione all’interno del Consorzio.

«L’innalzamento complessivo dei costi di produzione non può più essere metabolizzato dai soli produttori, che rischiano di essere schiacciati dalle logiche deformate del mercato» sottolinea il Consorzio.

Le ricadute sempre più gravose della crisi russo-ucraina che si sono assommate agli effetti perduranti della pandemia rendono la situazione incontrollabile per un comparto che, già a partire dal 2019, ha dovuto fronteggiare le difficoltà causate dall’aumento di domanda di carni bovine da parte di Paesi come la Cina, e non solo, colpita da una minor disponibilità di carni a causa della peste suina, facendo lievitare i prezzi delle carni in approvvigionamento e determinando l’impossibilità di competere con i prezzi di acquisto garantiti dagli importatori cinesi.

Un ulteriore forte incremento del prezzo delle carni bovine, ricorda il Consorzio, è stato causato dalla riduzione della macellazione all’origine e dal rallentamento complessivo delle operazioni di logistica e sdoganamento delle carni, cosa che ha ridotto ulteriormente la disponibilità di materia prima sui mercati internazionali.

Le carni provenienti dal Sud America hanno subito aumenti oscillanti fra il 30 e il 40% (il taglio “fesa” fra le quotazioni dei primi mesi del 2021 ed il corrispondente periodo del 2022 ha subito incremento di prezzo da circa 7 euro al kg a 9,70/10 euro al kg). Mentre, a livello di Unione europea, gli aumenti della materia prima sono dell’ordine del 30% nel 2022 rispetto al 2021 (il taglio “fesa” fra le quotazioni dei primi mesi del 2021 e il corrispondente periodo del 2022 ha subito un incremento da circa 8 10,20/10,40 euro al chilo).

Al forte incremento del costo della carne, si aggiungono gli accresciuti costi di imballaggi ed energetici , di trasporto merci, carburanti e molti altri, compreso l’andamento del cambio euro/dollaro che rimane caratterizzato da una pressione al ribasso, che impatta negativamente sugli acquisti.

La guerra in corso

Il conflitto in Ucraina non ha fatto altro che esacerbare una situazione già difficile mettendo a rischio l’approvvigionamento regolare di materie prime ed energia. «In Europa - ricordano dal Consorzio -, è già in atto un aumento di prezzi smisurato di gas e di materie prime fondamentali per l’allevamento dei bovini da carne come il grano, il mais e il girasole. Questo aspetto rischia di determinare un anticipo della macellazione o addirittura il blocco degli allevamenti per rinuncia alla produzione, con ulteriori aumenti dei prezzi e il crollo delle produzioni alimentari di origine animale, bresaola compresa».

Fattori destinati a gravare «in modo non più sostenibile» sulla filiera produttiva della bresaola della Valtellina Igp, poiché comprimono fatturato e margini delle aziende certificate senza peraltro alcuna certezza sulla durata. «Il comparto è sotto pressione altissima» sottolinea il Consorzio di tutela che chiede a tutti gli attori della filiera, dai produttori alla distribuzione fino alle istituzioni e la politica, di riflettere e agire per garantire continuità e sopravvivenza all’intero comparto.

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