Il mercato del miele
sta riprendendo bene
«La qualità è richiesta»

Il bilancio Domani incontro degli apicoltori italiani Aapi Moltoni, 500 alveari: «Più vendite in molte località»

Il settore del miele dopo il lockdown è in buona salute.

In vista dell’incontro di mezza stagione dell’Associazione apicoltori professionisti italiani (Aapi), in programma per domani, in Valtellina si può tracciare un bilancio positivo dell’attività svolta finora.

«Siamo soddisfatti, ben più di quanto lo siamo stati nei due anni precedenti - spiega dalla Mieleria Moltoni di Villa di Tirano, la più grande della provincia di Sondrio con cinquecento alveari, il titolare Giampiero Moltoni -. C’è stata una fase di stallo in maggio, poi abbiamo vissuto una ripresa». L’azienda del Tiranese è attiva in varie regioni d’Italia con i propri alveari e Moltoni sottolinea che «in altre zone del Paese si manifestano difficoltà ben maggiori». Nei momenti critici i produttori italiani sono chiamati a fare i conti con i rischi connessi all’importazione di prodotto - sulla cui qualità non c’è alcuna garanzia - dall’Estremo Oriente. Il prezzo minimo per un chilo di miele prodotto nel Belpaese, secondo quanto osservato nelle ultime settimane, in Italia si aggira sui 4,50 euro al chilo, una cifra che sale a 5 per il millefiori e a 8 per l’acacia. In Lombardia è mediamente superiore. All’ingrosso viene venduto a 7 euro al chilo, in Valtellina per la rivendita di parte da 8. Il consumatore finale, in negozio o sui banchetti del mercato, lo può acquistare a un prezzo che va dai 10-11 ai 18 per le varietà di montagna più pregiate.

«Nel periodo dell’emergenza abbiamo concentrato l’attenzione sulle spedizioni e sulle consegne a domicilio - ricorda Lorenzo Moltoni, che nel weekend ha preso parte a “Estate con gusto alle cascate” a Piuro - . Dopo la riapertura la ripresa è stata lenta, ma nelle ultime settimane le vendite sono aumentate, ad esempio in località come Aprica, Chiesa in Valmalenco e Bormio».

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