«Giovani in Svizzera. E i macellai non si trovano più»

La storia L’appello dei titolari di Quintino a Gordona. «Diamo più di duemila euro al mese, ma non basta. Riceviamo offerte, ma sotto i 40 anni non sono formati»

Ha sempre puntato sui giovani e sulla loro formazione, anche per avere maggiori garanzie sulla continuità lavorativa, ma ora Damiano Guglielmana, che con il padre Quintino gestisce la storica macelleria “Quintino & Co” di Gordona, sta cambiando strategia.

La situazione

«Mi spiace dirlo e non avrei mai pensato di arrivare a tanto, però nel giro di poco tempo abbiamo perso quattro lavoratori giovani - dice Damiano Guglielmana - Giovani formati da noi, che poi hanno preferito dedicarsi ad altri lavori un po’ per avere il sabato libero e un po’ attratti dalla Svizzera e dai suoi stipendi. Lo so che non siamo competitivi con la Svizzera, però non è che gli stipendi da noi siano così bassi: un macellaio finito arriva comodamente a guadagnare sui 2mila euro netti, fino a 2.500 se magari inserisce qualche straordinario. E lavoriamo dal martedì al sabato, dalle 7.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. Chiudiamo un po’ prima alla sera, ma apriamo prima al mattino e al pomeriggio».

Eppure, anche questa macelleria, conosciuta e rinomata dentro e fuori la Valchiavenna, storica, perché affonda le sue radici nella prima bottega aperta da nonno Giacomo Guglielmana negli anni Cinquanta, sta facendo enorme fatica a trovare collaboratori, che cerca ininterrottamente dallo scoppio della pandemia, cioè dal 2020.

Le proposte

«Non demordiamo nella ricerca - afferma Guglielmana - però ora puntiamo più su over 40 o anche over 50 già formati. Non è facile trovarli, perché in questo settore non ci sono scuole specifiche che formino macellai o banconisti, come ci sono invece in Svizzera. Ci sono arrivati curriculum di italiani di origine meridionale, che stanno lavorando all’estero, in Olanda, e vorrebbero rientrare in Italia, per cui sono ben disposti. E ci arrivano parecchi curriculum da lavoratori stranieri, del Sud America e dell’Europa dell’Est, anche loro avanti con l’età e già formati. Per cui li valuteremo attentamente».

«Gli under 40 che ci inviano le candidature, invece - spiega ancora Guglielmana - raramente sono formati. Ma non solo come macellai: vediamo tanti 35enni, italiani, che hanno fatto lavori di tutti i tipi, uno diverso dall’altro, ma non hanno in mano nessun mestiere, è incredibile...».

Professionalità

E questo può essere un problema per chi cerca personale: «Formare le persone in questo lavoro partendo da zero, è molto impegnativo, e lo si fa nella consapevolezza che non ci sono scuole che insegnino. Però, vedere poi che se ne vanno ad uno ad uno, è un grosso dispiacere - afferma - . Avevamo un bravo collaboratore, giovane, che voleva il giorno libero al sabato, ma io ho venti collaboratori e non posso lasciarne a casa uno al sabato e gli altri no. Noi lavoriamo molto al sabato, è un giorno clou. Morale, questo collaboratore ci ha lasciato per un altro lavoro artigianale in Italia, montatore di caldaie del gas, che gli dà la possibilità di stare a casa nel prefestivo».

Oltre frontiera

«Altri tre giovani, invece, hanno lasciato uno in fila all’altro per lavorare in Svizzera, uno a Lugano, un altro nell’asfaltatura delle strade, un altro ancora come manutentore generico. In Svizzera non vanno a fare i macellai, perché non c’è un particolare mercato nel settore - spiega ancora Guglielmana - ma guadagnano comunque di più facendo altro, perdendo la professionalità acquisita».

Questo è sempre spiacevole per un datore di lavoro, ancor più considerato l’ambiente di lavoro che lasciano, perché la macelleria di Gordona è una realtà ingranditasi negli anni, con annesso laboratorio di produzione delle carni, salumeria, gastronomia e anche con consegna a domicilio. Una realtà apprezzata e dove si ha l’impressione di entrare in un posto di lavoro professionale, pulito, in cui regna un buon clima dietro il banco.

«Ormai noi macellai siamo degli highlander - conclude Damiano - forse occorrerebbe pensare anche ad una valorizzazione del settore e a scuole di formazione».

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