Creval boccia l’offerta Crédit
Il Cda: «Prezzo non congruo»

ll Cda ritiene che il corrispettivo dell’offerta di «»0,50 euro per azione non sia congruo da un punto di vista finanziario»

Il Cda del Creval, «esaminati termini e condizioni» dell’Opa del Credit Agricole, «tenuto conto delle fairness opinion rilasciate dagli advisor finanziari BofA Securities e Mediobanca , pur riconoscendo che l’integrazione di una banca commerciale solida e ben posizionata quale è il Creval con un gruppo bancario» come l’Agricole «possa generare benefici, ritiene che il corrispettivo dell’offerta» di “10,50 euro per azione non sia congruo da un punto di vista finanziario». Lo si legge in una nota.

Il titolo Creval, a seguito dell’annuncio dell’offerta da parte del Credit Agricole, «ha trattato costantemente a significativo premio rispetto al corrispettivo» di 10,5 euro ad azione. «Aspetto che evidenzia che il mercato appare ritenere il corrispettivo dell’offerta non espressivo di una valorizzazione adeguata», Lo sottolinea il Credito Valtellinese nella nota in cui il cda boccia l’opa della Banque Verte. Inoltre «il premio del 21,4% rispetto al prezzo ufficiale delle azioni al 20 novembre 2020 (ossia il giorno di Borsa aperta precedente la data di annuncio), così come gli altri premi dichiarati dall’Agricole rispetto alle varie medie dei prezzi di mercato di Creval illustrate nel documento di offerta, ha una limitata valenza» per diversi motivii. In primo luogo “l’annuncio dell’offerta è avvenuto in un periodo in cui il titolo Creval stava attraversando un percorso di progressivo apprezzamento». Poi «i vari periodi temporali utilizzati dal Credit Agricole «nel documento d’offerta per esprimere il premio implicito hanno limitata significatività in quanto risultavano fortemente influenzati dall’impatto della diffusione della pandemia da Covid 19».

Infine «il titolo Creval su base stand-alone avrebbe potuto beneficiare del trend positivo registrato dal settore bancario in generale nel periodo successivo alla promozione dell’offerta, in particolare a seguito dell’annuncio del Governo Draghi»

Creval, sottolinea il cda nella nota in cui boccia l’Opa di Credit Agricole, «presenta diversi elementi distintivi e di valore in ottica stand-alone». In primo luogo «l’elevata posizione di capitale crea anche le condizioni per un potenziale rafforzamento della politica dei dividendi successivamente alla scadenza degli attuali limiti posti dalla Bce fino al 30 settembre 2021 con riferimento alla crisi pandemica.

Creval infatti «può contare su una dotazione patrimoniale da best in class nel contesto bancario italiano (Cet 1 ratio al 31 dicembre 2020 del 23,9% su base phased-in e pari a 19,6% su base fully loaded)». Tale indicatore patrimoniale è «equivalente ad un eccesso di capitale di oltre 400 milioni di euro».

«Riteniamo che ci sia una valida valenza strategica nel progetto della potenziale fusione con Credit Agricole, ma riteniamo giusto che siano valorizzati gli elementi distintivi di Creval». «Siamo una banca che è estremamente solida, con un miglioramento della qualità credito e dell’efficienza operativa . Riteniamo che siano dei fattori oggettivi, quantificabili e che non sono stati adeguatamente presi in considerazione nell’offerta». Lo sottolinea, l’a.d del Credito Valtellinese, Luigi Lovaglio in conferenza stampa.

. «Siamo una banca completamente diversa» rispetto a due anni fa quando è stato avviato il piano industriale», ricorda Lovaglio evidenziando che il banca si fonda «su capitale e capacita e consistenza della qualità degli asset». Sul fronte del de-risking «siamo una banca pulita» e, in questo senso, c’è stato un «percorso estremamente molto importante» in termini di npe che «sono stati dimezzati».

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