Caso Riello, rimandata l’audizione in Regione

Dialogo con tutte le parti interessate per ridurre l’impatto sui dipendenti, ma anche ferma decisione nel trasferire le attività produttive altrove per posizionare meglio l’azienda in un mercato globale sempre più competitivo. Non lascia spazio a dubbi la nota ufficiale diramata dalla Riello circa le intenzioni sul futuro dello stabilimento di Morbegno. «A seguito di una revisione del nostro portafoglio prodotti - si legge -, Riello ha deciso di trasferire le attività produttive dal nostro stabilimento valtellinese a fabbriche con capacità disponibili in Italia».

Un’ulteriore conferma, semmai ce ne fosse stato bisogno, del disimpegno nei confronti dell’insediamento valtellinese per il quale già alla fine dell’anno scorso, come lamentato dai sindacati, era parso evidente che non ci sarebbero stati investimenti e dunque garanzia di occupazione. L’ultimo atto, dunque, secondo i piani aziendali, di una storia che si trascina da tempo. Da oltre dieci anni la Riello a Morbegno sta vivendo in un clima di precarietà, la produzione di prodotti ormai obsoleti ha preso il sopravvento sulla decisione aziendale; la prima crisi nel 2012 ha portato alla perdita di decine di posti di lavoro e l’acquisizione nel 2020 dalla multinazionale Carrier, leader di sistemi di condizionamento dell’aria e del riscaldamento, e quella da parte di Carrier di Viessmann, leader dell’efficienza energetica, all’inizio di quest’anno non hanno portato alcun valore aggiunto. Anzi.

La decisione così tranchant della Riello dovrà vedersela con una serie di elementi e con la posizione delle istituzioni locali che, come emerso durante sciopero e presidio di venerdì, si sono schierate a fianco dei lavoratori e dei loro rappresentanti sindacali. La prima occasione di confronto con l’azienda avrebbe dovuto essere giovedì 2 maggio in Regione, a Milano per l’audizione nella commissione Attività produttive, ma la convocazione è stata annullata per l’indisponibilità dell’azienda. Bisognerà trovare un’altra data che, al momento, ancora non c’è.

La posizione di Fim Cisl, Fiom Cgil e delle rappresentanze sindacali non cambia: senza la Riello l’area industriale Morbegno-Talamona perde un organo di vitale importanza per il territorio e per il tessuto economico sociale locale. In attesa della convocazione da parte del Ministero per capire meglio quale sarà il futuro, a Morbegno continua la mobilitazione. Oggi domani e dopo (giovedì e venerdì lo stabilimento resterà chiuso), i lavoratori e lavoratrici saranno ancora presenti con un picchetto di un’ora ai cancelli dell’azienda. E poi dalla prossima settimana si vedrà.

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