Canton Ticino, boom di fallimenti
Più di un’azienda al giorno

È sempre sulle montagne russe l’economia ticinese, nonostante l’ottimismo con cui si era aperto il 2019. Al calo dei frontalieri (2 mila unità in un anno) - notizia tutt’altro che confortante soprattutto i comparti storici d’oltreconfine, a cominciare dall’edilizia - si aggiunge ora il boom di fallimenti da gennaio a marzo.

Lo rivela un’indagine dell’agenzia di recupero crediti Bisnode D&B che ha fatto notare come da un lato il numero delle istanze di fallimento a livello federale sia diminuito, dall’altro però come i fallimenti siano lievitati del 20% in Ticino, toccando quota 114: più di uno al giorno. Anche la Svizzera centrale ha seguito il trend ticinese con un +4% alla voce fallimenti. La Confederazione ha comunque invertito il trend negativo dei mesi scorsi. Da gennaio a marzo sono fallite 1262 società, il 5% in meno rispetto ai primi tre mesi del 2018. Preoccupante segno più anche a Zurigo e Ginevra. In termini percentuali, la crescita del Ticino resta comunque quella di maggior rilievo sul suolo rossocrociato.

Nel dettaglio, sull’aumento di fallimenti ha pesato in primis la mancanza di liquidità, che per i tre quarti dei casi accertati ha significato “stop forzato” all’attività. Artigianato e alberghiero sono stati - a livello federale - i settori in cui si sono registrate le sofferenze maggiori dal punto di vista finanziario. Ma c’è anche un altro lato della medaglia: da inizio 2019 sono state create in Svizzera oltre 7 mila società, con un aumento del 6% su base annua. Il Canton Zurigo ha guidato la classifica delle “nuove società”.

Resta da capire l’evoluzione sul medio-lungo periodo ovvero almeno sull’anno in corso. Non sarà facile comunque invertire il trend di un 2018 in cui i fallimenti sono stati ben 13971. Un numero record che aveva già battuto e di parecchio un altro primato, raggiunto nel 2017 (+714 per utilizzare la fredda legge dei numeri). Un altro dato - forse passato un po’ sotto traccia nel 2018 - è quello relativo alle perdite finanziarie risultanti da procedure di liquidazione, che al 31 dicembre ha superato i 2 miliardi di franchi. Solo 3 Cantoni hanno vissuto un 2018 ed un inizio di 2019 tutto sommato tranquillo alla voce “fallimenti”: si tratta dei Cantoni Zugo (–3,9%), Vaud (–4,1%) e Appenzello Esterno (–15,5%). Difficile capire cosa riserverà il 2019.

Sulla situazione globale svizzera pesa - e parecchio - anche il fattore delle cosiddette “società bucalettere”, praticamente impossibili (o quasi) da monitorare. Qualche tempo fa il Governo di Berna, di fronte all’ennesima interpellanza su questo spinoso argomento, aveva ribadito che “tocca ai Cantoni controllare “le iscrizioni al Registro di commercio ed eventualmente intervenire quando vi è il sospetto di trovarsi di fronte a una società finanziaria “ombra” o “bucalettere” che agisce in modo opaco”.

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