Albergatori minacciati
«Occhio che ti faccio
una recensione negativa»

A Como la denuncia dei titolari di hotel e ristoranti che chiedono più tutele di fronte a piattaforme di prenotazione e social network

Essere presenti su web e social media significa avere una propria reputazione on line: al giorno d’oggi conta davvero molto e, per questo, dev’essere monitorata. È questo il motivo che ha spinto Confcommercio a organizzare un corso sull’argomento, aperto ai suoi associati di tutte le strutture ricettive, in cui si spiega cos’è la reputazione on line, come gestirla e, al contempo, mettersi al riparo da pratiche scorrette.

«Sempre più spesso – spiega il presidente degli Albergatori Roberto Cassani - ci troviamo di fronte a minacce di perdita di posizioni o rifiuto di inviare i dati dei clienti e la corrispondenza degli stessi. Anche la minaccia da parte della clientela di cattive recensioni è sempre più frequente: è necessario trovare delle soluzioni per tutelare le attività ricettive. È inammissibile che un cliente minacci il direttore dell’albergo perché, per esempio, il cuscino non era di suo gradimento».

L’argomento è di stretta attualità e, domani, saranno presenti un buon numero di imprese. «Premetto, la nostra clientela non utilizza le piattaforme online, non siamo su Booking e, per noi, funziona il passaparola – racconta per esempio Veronica Redaelli, Hotel San Giorgio di Lenno – però dobbiamo difenderci, alcuni ospiti minacciano di scrivere cose negative. È davvero un problema: abbiamo cercato senza successo, anni fa, di togliere alcune recensioni, anche attraverso il supporto di un legale».

Chiara Toppi, bed and breakfast “Il Tempo”, andrà per saperne di più sull’argomento: «A me non è mai successo – aggiunge – ma il problema della minaccia, da parte degli ospiti, di commenti negativi è una preoccupazione diffusa. È brutto dirlo così, ma è come se avessero il coltello dalla parte del manico. Peraltro, mi è arrivata una mail da una piattaforma in cui mi chiedevano di pagare per avere recensioni positive. Ho rifiutato: sono una realtà famigliare e metto tutto sulla mia pagina Facebook, così chi arriva sa cosa si aspetta».

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