A Chiavenna le attività economiche
sono diminuite del 10% in quindici anni

Un calo significativo ha interessato in particolare il settore del commercio

Non un tracollo ma il segno meno davanti c’è tutto e non è da sottovalutare. Sono calate di oltre il 10% le attività economiche sul territorio comunale di Chiavenna negli ultimi 15 anni. I dati forniti dalla Camera di Commercio sono inequivocabili. Nel 2010 le attività economiche erano 487. Nel 2022 sono scese a quota 437. Cinquanta in meno, insomma. Anche se con qualche anno in controtendenza, la diminuzione delle imprese sul territorio è stata inesorabile. Se la crisi seguente al terribile 2008 non sembra aver lasciato grossi segni nei dati, sicuramente il Covid ha avuto un impatto considerevole. Nel 2021 le imprese erano ancora 462.

I dati, ovviamente, non sono omogenei per settore. Gran parte del calo si è avuto nel settore del commercio con una discesa da 153 esercizi a 122. Trentuno imprese in meno su 50, insomma, sono di tipo commerciale. Altre dieci sono state perse nel settore manifatturiero. Un segno dei tempi ma anche l’ipotesi che qualcuno si sia trasferito in un contesto più idoneo come le aree industriali o artigianali al di fuori di Chiavenna. In calo anche le attività legati ai servizi di alloggio e ristorazione, passate da 55 a 48. Si parla, ovviamente, di attività gestite in modo professionale. Niente B&B, insomma, se non per i quali i gestori hanno la partita Iva. Ci sono anche settori dove il segno più c’è e anche evidente. Ad esempio le imprese che offrono attività di tipo finanziario o assicurative. Praticamente raddoppiate, essendo passate da 13 a 25. L’ultimo dato che la dice lunga sui mutamenti in atto riguarda le imprese che hanno a che fare con sanità e assistenza. Erano due nel 2010. Sono diventate sette.

L’ultimo settore da prendere in esame è quello delle costruzioni. Anche qui è possibile che qualcuno si sia trasferito con la sede sociale al di fuori del territorio pur rimanendo attivo, ma il calo è stato abbastanza pronunciato. Nonostante il boom di lavoro prodotto dal superbonus negli ultimi anni. Superbonus che non sembra aver lasciato segni sul numero di attività, scese da 75 a 53 senza particolari sussulti negli anni in cui era possibile fare il “cappotto” alle case senza spendere un euro. Altro dato importante da tenere in considerazione per lo sviluppo economico del comune è l’andamento delle attività che chiudono e che aprono nel territorio. Dal 2010 al 2022 risulta un andamento del saldo totale abbastanza irregolare, con un picco negativo con più chiusure nel 2010, 2013, 2014, 2020 e nell’ultimo anno con il numero più alto di chiusure e un numero basso di iscrizioni. Forse uno strascico della pandemia.

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