Yara, Bossetti tace ancora al pm
Slitta il test sul padre dell’indagato

Prelievo sul padre anagrafico di Massimo, ma il magistrato non dispone l’esame. Il muratore torchiato dagli inquirenti, resta in silenzio. Oggi il faccia a faccia con il gip

«Massimo Bossetti - l’artigiano edile di 43 anni accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio – non è figlio di quello che da tutti, fino a lunedì, era considerato suo padre: Giovanni Bossetti». Secondo fonti romane lo avrebbe stabilito un test di paternità, eseguito ieri d’urgenza confrontando i profili genetici dei due Bossetti.

Ieri in serata, tuttavia, la Procura ha smentito la notizia. Si è appreso da fonti investigative che, sì, il campione salivare del padre anagrafico di Massimo Bossetti è stato acquisito, così come quello di tutti i suoi familiari, ma nessuna di queste provette al momento è finita in laboratorio, perché il pm Letizia Ruggeri, almeno per il momento, non ha disposto l’analisi, non ritenendola necessaria.

A parlare sul punto è il procuratore capo, Francesco Dettori: «Quanto raccolto finora in termini di comparazione genetica è più che sufficiente: il raffronto fra il codice genetico di Ignoto 1 e di Massimo Bossetti è stato compiuto dagli specialisti dell’Università di Pavia e credo che in termini di certezza scientifica non ci sia margine di errore»

Ma sono ancora tantissimi i punti oscuri su cui gli investigatori stanno indagando. Soltanto Bossetti, allo stato, può davvero fornire agli inquirenti i chiarimenti che cercano. Ma l’artigiano edile di Mapello continua a tacere, nonostante l’accusa infamante che lo ha fatto finire dietro le sbarre. Anche ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al pm Letizia Ruggeri, alla polizia e ai carabinieri .

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