Via ai controlli
«Ma a Sondrio
gente ovunque»

Scattate le verifiche per i movimenti nel weekend Ma un medico scrive al sindaco: «Vanificati i nostri sforzi»

Sono scattati già ieri i controlli annunciati come serrati in vista delle festività pasquali per arginare gli eventuali e temuti spostamenti in barba alle disposizioni in merito alla riduzione del contagio del coronavirus.

In campo davvero un imponente dispiegamento di forze, oltre alle forze dell’ordine che normalmente si occupano di questo tipo di servizi di controllo del territorio (come la Polizia di Stato, carabinieri, Guardia di finanza e polizie locali) si sono messi a disposizione anche la Polizia penitenziaria, i carabinieri forestali e persino il Soccorso alpino.

Quest’ultimo da oggi e fino a Pasquetta, ad esempio, presidierà gli accessi ai principali sentieri della Valmalenco per controllare il rispetto delle disposizioni sulla circolazione.

I carabinieri forestali, invece, svolgeranno un’attività di perlustrazione principalmente finalizzata e connessa all’attuale periodo di alto rischio incendi boschivi, ma anche loro concorrono ai controlli finalizzati al contenimento del coronavirus nei loro ambiti di territoriali specifici.

Sono già diverse in Lombardia le persone sanzionati perché, senza alcun valido motivo, venivano trovati a passeggio in aree naturalistiche, a fare bird watching , a far legna in bosco, a praticare sci alpinismo, in bicicletta in aree parco urbane, a pescare o chi, più semplicemente, a fare escursioni lungo i sentieri alpini e prealpini lombarda.

Francesco Inzirillo ha infatti scritto una lettera al sindaco di Sondrio, Marco Scaramellini.

«Purtroppo, con rammarico, devo constatare che i cittadini sondriesi non si stanno comportando molto bene e lo posso affermare per esperienza personale – scrive il medico nella lettera al primo cittadino-. Oggi pomeriggio, al termine del mio turno lavorativo all’ospedale di Sondrio, con l’autocertificazione in tasca e col viso protetto da mascherina mi son recato dal mio ottico di fiducia in centro città per risolvere un “problema tecnico” che ostacolava il mio lavoro». Non c’era il deserto che ci si sarebbe dovuti aspettare.Anzi tutt’altro, come racconta il medico.

«Ebbene - dice infatti Inzirillo -, durante il breve percorso che separa l’ospedale dal centro ho visto una città tutt’altro che in quarantena. Gente ovunque a passeggio e tantissimi senza mascherine. Due anziani che fumavano vicini tranquillamente su una panchina». Altri senza mascherina e altri ancora in due in auto con la mascherina al collo.

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