Vescovo e parroci
in campo per il Morelli

I vicariati di Grosio, Tirano e Bormio con mons.Cantoni si rivolgono in una nota alla Regione. «Si ritrovi l’unità con la popolazione per concordare soluzioni che sciolgano le forti preoccupazioni per l’ospedale»

Arriva dai vicariati di Grosio, Tirano e Bormio, «in comunione con il vescovo Oscar Cantoni», una precisa richiesta rivolta alle istituzioni regionali sul futuro dell’ospedale Morelli.

«Che ritrovino l’unità con la propria popolazione e gli amministratori locali - scrivono in una nota stampa inviata ieri - per concordare, insieme, soluzioni che considerino le necessità, le peculiarità montane del nostro territorio e che sciolgano le forti preoccupazioni delle nostre comunità. Con l’auspicio, che con il prezioso contributo di tutti, si possa giungere, presto, ad una soluzione adeguata».

Soppesate

Parole meditate, calibrate, soppesate, ma capaci di rendere appieno il “sentiment” delle comunità cristiane, cattoliche, dell’Alta Valle, così provate, oltretutto, dall’emergenza sanitaria in corso. Che hanno, in questo momento, e che hanno avuto, in passato, nel Morelli, il loro polo di riferimento sanitario e, va ricordato, anche un luogo capace di assorbire forza lavoro e di restituire alla collettività risorse umane formate e molto professionalizzate.

Una realtà così radicata, in Alta Valtellina, non può che preoccupare la cittadinanza rispetto ad un suo, anche solo ipotetico, ridimensionamento.

«Rattrista, specialmente in questo momento, - scrivono i prelati nella nota - apprendere che i cittadini dei nostri paesi si sentano abbandonati e non considerati nelle scelte che stanno decidendo il futuro dell’ospedale Morelli. Per questo, le parrocchie, unite nei tre vicariati, in comunione col vescovo, sono solidali con i residenti e i turisti che frequentano l’Alta Valle e chiedono alle istituzioni regionali una ritrovata unità col territorio».

Una posizione tanto inattesa, in Alta Valle, quanto gradita, da tutti coloro che, da mesi, si battono per il Morelli e, ancor più, per la sanità di montagna nel suo complesso.

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