Vaccini fase due
Solo dal 25 marzo
gli ultra 80enni

L’obiettivo della Regione secondo Moratti. «Le dosi arrivano. Prima gli ultra 80enni,dopo 60-79»

Si punta al 25 marzo prossimo, quale data d’inizio della fase due della campagna vaccinale anti Covid, quella che riguarda i “grandi anziani”, cioè persone con più di 80 anni, 700mila in Lombardia, seguiti dalle persone fra i 60 e i 79 anni, due milioni in totale, e, ancora, dai malati cronici e fragili, indipendentemente dall’età.

Lo ha rivelato ieri, in Commissione Sanità di Regione Lombardia, Letizia Moratti, assessore regionale al Welfare, che ha presentato lo stato dell’arte della campagna vaccinale e il cronoprogramma futuro, definito sulla base del piano consegne concordato col commissario straordinario Domenico Arcuri.

A martedì, in Lombardia, erano 246.271 le dosi di vaccino somministrate, il 78,5% del totale di quelle consegnate, pari a 305.820. Di queste, in Ats della Montagna, l’Agenzia di tutela della salute di nostro riferimento, ne sono state somministrate 9.322 in totale, di cui 8.913 riferite alla prima dose di vaccino Pfizer, e 409 alla seconda dose. E, nella sola giornata di martedì, presa a riferimento dall’assessorato al Welfare, le prime dosi somministrate non erano più di una, mentre 230 le seconde dosi. E questo, perché Ats della Montagna, sta completamento i richiami dei primi vaccinati, per i quali ha tutte le dosi da parte, e, prima di ripartire con la, cosiddetta, fase 1 bis, attende la certezza della nuove forniture.

Che sono date in arrivo, ha assicurato Moratti, nel numero di 294.840 dosi Pfizer, fra l’8 e il 22 febbraio prossimi, e di 109.600 dosi Moderna, sempre nello stesso lasso di tempo. Il Pfizer dovrebbe arrivare in tre tranche, la prima, entro l’8 febbraio, di 85.410 dosi, la seconda, entro il 15 febbraio, di 104.130, e la terza entro il 22, di 105.300. Il Moderna giungerebbe in due tranche, 27.500 dosi entro l’8 febbraio, e 82.100 entro il 22. Per un totale di dosi a disposizione di Regione Lombardia, a fine febbraio, di 404.440.

E’ sulla base di queste disponibilità che l’assessorato al Welfare ha steso le coordinate.

Se tutto procederà per il verso giusto, allora, entro il 5 marzo, sarà completata la fase 1, cioè il richiamo dei primi vaccinati, operatori sanitari, dipendenti di Asst e Ats, ospiti e operatori delle Rsa, medici di base, pediatri, guardie mediche, Usca (Unità speciali di continuità assistenziale), e personale del soccorso, comprensivo di tutte le “Croci”.

E dal 5 marzo partirebbe la fase 1 bis, con la somministrazione della prima dose a ospiti ed operatori delle Residenza sanitarie per disabili, delle residenze psichiatriche, delle persone seguite a domicilio e dei relativi operatori, dei centri diurni per anziani, dei farmacisti, di dentisti e odontoiatri, del personale della sanità militare e della polizia di stato, degli ambulatori accreditati e dei medici libero professionisti, degli informatori scientifici del farmaco ed altro personale ancora da censire.

Fase che dovrebbe terminare intorno al 25 marzo, per cui, da lì in poi, strada spianata, si spera, alla fase 2 con le prime somministrazioni a largo spettro alla popolazione, partendo, ovvio, da quella anziana.

Ovvio, a questo punto, che non c’è tempo da perdere e che la macchina organizzativa, mai fermatasi, va detto, dovrà intensificare la propria operatività.

Si tratterà di individuare le strutture destinate ad ospitare i centri vaccinali, con riferimento, in primis, a quelle già in essere in Asst Valtellina e Alto Lario. L’ipotesi è quella di prevederne una ogni 40mila abitanti, dopodiché sarà sempre Ats a coordinare la campagna a livello territoriale, col supporto operativo di Asst per la conservazione e distribuzione dei vaccini, oltre che per la somministrazione.

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