Un impianto per più di 2500 aziende
Tirano e Sondrio uniscono le risorse

Le due Comunità montane hanno affidato la progettazione dell’intervento. Verrà fornita acqua per irrigare i frutteti e ridurre in maniera considerevole i costi di gestione.

La Comunità montana di Tirano, insieme a quella di Sondrio, proprietaria del consorzio di miglioramento fondiario Sponda soliva, affiderà a un tecnico l’incarico per progettare un ammodernamento dell’impianto utilizzato da 2.555 aziende agricole valtellinesi nei territorio di Villa, Bianzone, Teglio, Chiuro, Ponte, Tresivio e Piateda per irrigare i frutteti. Un impianto progettato per dare acqua a 2.500 ettari, anche se attualmente ne risultano coperti 700, con costi di gestione e conservazione di gran lunga superiori. Quindi, da una parte, le Cm vengono in aiuto per il rimborso delle spese, dall’altra, vorrebbero rendere più funzionale l’impianto.

«Le due Cm e il consorzio hanno approvato un protocollo d’intesa per la gestione dell’impianto che sarà valido fino al 31 dicembre 2021 - afferma Severino Bongiolatti, vicepresidente e assessore con delega a Bilancio, Cultura e Turismo dell’ente tiranese -. In base a questo saranno rimborsate le spese sostenute dal consorzio per la manutenzione straordinaria, oltre a concorrere alla spese per i maggiori costi dovuti al sovradimensionamento dell’impianto, in attesa che il servizio irriguo copra almeno ulteriori 1.200 ettari o che il consorzio raggiunga l’autosufficienza finanziaria, producendo energia elettrica con lo sfruttamento delle acque attualmente derivate per scopri irrigui». In soldoni, la Cm assicura al consorzio per gli interventi di mantenimento in buono stato della struttura un massimo di 170mila euro (85mila euro per Cm), comprensivo di una quota di 50mila euro come indennizzo per le diseconomia legate al sovradimensionamento dell’impianto.

In una prospettiva futura, «si intende incaricare un tecnico - prosegue Bongiolatti -. per una revisione generale dell’impianto, in termini di adduzione e distribuzione dell’acqua e per introdurre gradualmente un nuovo sistema di irrigazione». Come precisa meglio, Giacomo Tognini, assessore della Cm e membro del consorzio dagli anni Ottanta, «l’intenzione sarebbe quella di far richiesta di fondi sul Piano di sviluppo rurale nazionale per un ammodernamento. Quando c’è siccità in primavera, la Valfontana, che alimenta le tubazioni, non dà acqua sufficiente che dovrebbe essere 600 litri al secondo. Al contrario ne vengono forniti 150-200 litri al secondo, pochi quando c’è bisogno peraltro di riserva idrica per il servizio anti-brina. Dunque o bisogna reperire più acqua o risparmiarne con un sistema di irrigazione diverso, come quello a goccia».

Bongiolatti butta là anche un’idea: quella di trovare una forma di aggregazione fra consorzi per avere più forza nella presentazione delle domande di contributo. «Attualmente non c’è un consorzio irriguo per le zone da Tirano salendo verso l’Alta Valle e questo limite deve essere superato», è il parere del vicepresidente.

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