Un defibrillatore al porto, l’eredità buona di Nicola

Un apparato salva vite per dare un senso a quello che proprio fatica ad averlo, per canalizzare l’affetto e le energie di tante persone verso qualcosa di utile, di buono, di giusto.

Accompagnata da un rinfresco tra amici e con la compagna Micaela e i tre fratelli, Chiara, Marco e Stefano, sabato pomeriggio nel porto di Gera Lario, alla presenza di una cinquantina di persone nonostante il maltempo, si è svolta la cerimonia di consegna dell’apparato intitolato a Nicola Giugni, l’avvocato e politico sondriese scomparso a soli 49 anni il giorno di Ferragosto, stroncato da un infarto mentre si trovava in barca sul lago. Una morte tanto improvvisa quanto inaspettata che ha lasciato l’intera città di Sondrio sgomenta e alla quale, chi lo conosceva bene, aveva bisogno di dare un senso. Serviva un atto concreto per provare a sanare quella che a tutti suonava come un’ingiustizia del fato.

È partita così la raccolta di fondi online tra amici - chiusa peraltro nel giro di pochi giorni - per l’acquisto del defibrillatore da mettere nel porto, dove Nicola aveva la barca a vela, una delle sue grandi passioni.

Ad accompagnare l’apparato la targa realizzata con un disegno che lo stesso Nicola aveva abbozzato sul tovagliolo di un ristorante e la scritta “buon vento, Nicola!”, la stessa espressione che i compagni di Sondrio 2020 avevano usato per il saluto all’avvocato su Facebook.

E poi le cartoline ricordo con la riproduzione dello stesso disegno - in questo caso colorato - su un lato e sull’altro le istruzioni per l’utilizzo corretto del defibrillatore. Istruzioni peraltro fornite direttamente sul posto da Tommy Tomezzoli durante la cerimonia che si è svolta in un clima del tutto informale. Come sarebbe piaciuto a Nicola. Come quel pane e salame offerto durante il rinfresco sotto il tendone al porto.

Ma la donazione del defibrillatore, come ricordano i suoi amici, non è stato che il primo passo di un percorso che si vuole arricchire di altre iniziative. La prima potrebbe, dovrebbe essere, con i tempi necessari per fare le cose per bene, la creazione di un’associazione nel nome di Nicola «perché - dicono gli ideatori - bisogna reagire tutti insieme, perché in gruppo è tutto più semplice e si possono fare cose più importanti». E tra i progetti di cui l’associazione potrebbe occuparsi fin da subito c’è la possibilità di proseguire la strada che già Nicola aveva intrapreso portando con sé in barca anche ragazzi con disabilità. «Perché - ricorda chi lo conosceva bene - l’integrazione era per lui fondamentale». E dunque iniziative legate alla sua grande passione per la vela, ma anche all’ambiente alla cui tutela lo spingeva la sua sensibilità tanto da essere uno dei fondatori di quella Sondrio 2020 che continua ad operare in città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA