Tutti promossi, maturità orale
Se non si torna più in classe

Si decide il 18 maggio Recuperi di eventuali lacune alla ripresa in settembre.

Navigano a vista e fanno appello al buon senso i dirigenti scolastici del territorio in attesa di conoscere nel dettaglio il decreto della scuola approvato ieri dal Consiglio dei ministri, manifestando qualche perplessità. Felici invece gli studenti: tutti promossi, con recuperi di eventuali lacune alla ripresa delle lezioni il primo settembre.

Ma c’è un’altra data da tenere d’occhio: il 18 maggio.

Se si ritorna a scuola entro metà maggio la maturità 2020 sarà “light”. Ossia prima prova scritta il 17 giugno, il tema di italiano, le cui tracce saranno “dettate” da Roma, uguali per tutti. Seconda prova, quella specifica per ogni indirizzo, preparata dalle commissioni, formate da sei membri interni più presidente esterno. Se l’emergenza covid non lo permetterà e in classe non si rientrerà, per conquistare il diploma all’esame di Stato si dovrà sostenere un colloquio orale e stop.

Lo stesso vale per l’esame di terza media: il rientro prima della fine dell’anno comporterà la riduzione di alcune prove - quali non è ancora dato sapersi tra italiano, matematica o lingua straniera -, se si resterà a casa, salteranno anche questi esami sostituiti da un elaborato a cura di ogni candidato. Obbligatoria la didattica a distanza (Dad) e online, con ogni probabilità, pure gli scrutini, anche se i dirigenti auspicano si possano fare in presenza.

«Deve prevalere il buon senso» premette Giovanna Bruno, dirigente del liceo scientifico Donegani di Sondrio.

«Perlomeno gli scrutini mi auguro si possano fare in presenza, con mascherine d’ordinanza e a debita distanza - sottolinea -. La stessa cosa per le commissioni dell’esame di maturità. Speriamo che i commissari, uno per aula, ognuno con il proprio computer, dovesse prevalere la seconda  ipotesi (no rientro dopo 18 maggio), possano operare da scuola, dove disponiamo di una connessione con la fibra a 100 mega». 

E aggiunge, trovando piena condivisione nel “collega” Massimo Celesti, dirigente dell’Itis Mattei: «Deve essere molto chiaro su cosa deve vertere il colloquio. Io sono sempre dalla parte dei ragazzi, che devono avere il tempo di capire, cosi come i docenti, che operano in Dad, spendendosi e dedicando tantissime ore, devono poterli accompagnare verso un esame sui generis dettato dall’emergenza». 

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