Tutele per i lavoratori delle coop

Misure urgenti. L’accordo firmato tra sindacati e Confcooperative colma un vuoto normativo per 480 dipendenti. Attivato un Fondo di integrazione salariale per retribuire chi non può svolgere i servizi a causa dell’emergenza.

Il reddito e i contributi dei lavoratori delle cooperative che non lavorano a causa dell’emergenza Coronavirus, ben 480 in provincia di Sondrio, sono assicurati.

Sono stati siglati dalle cooperative sociali associate ed assistite da Confcooperative dell’Adda e dai rappresentanti di Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl e Uil Fpl gli accordi aziendali che permettono di fare partire misure urgenti a sostegno dei dipendenti interessati dalle ordinanze restrittive. Le firme colmano un vero e proprio vuoto, che aveva determinato preoccupazioni fra centinaia di operatori. In particolare le intese si rivolgono alle persone che garantiscono servizi essenziali per la comunità, contribuendo in collaborazione con gli enti locali in qualità di committenti alla costruzione di azioni di welfare territoriale.

Per citarne alcuni, si tratta di assistenti scolastici ed educativi, educatori dei nidi e dei servizi per la prima infanzia, personale addetto ai servizi di ristorazione scolastica, operatori dei centri culturali giovanili e dei centri socio educativi e dei servizi di formazione all’autonomia per persone con disabilità, addetti ai servizi museali, alle biblioteche, dei cinema e degli altri luoghi di cultura, operatori dei servizi alla persona, socio-assistenziali e di supporto alla domiciliarità.

Gli accordi sottoscritti sono funzionali all’attivazione del Fis, il Fondo d’Integrazione Salariale, uno degli strumenti a disposizione per intervenire laddove si verificano problemi di riduzione delle attività lavorative. Situazioni che determinano gravi ripercussioni sulle cooperative sociali e di conseguenza sul salario dei loro soci lavoratori e dipendenti, interessati dalle ordinanze che hanno precluso l’apertura e la normale gestione dei servizi a partire dal 24 febbraio e - per quanto è dato sapere oggi - fino al 15 marzo. Senza tale intervento straordinario, spiegano Confcooperative e sindacati, questi lavoratori sarebbero presumibilmente rimasti senza reddito e contributi, oppure, laddove consentito, avrebbero dovuto fare ricorso all’utilizzo di ferie o permessi.

«L’intesa si rivolge ad una platea di circa 480 lavoratori del nostro territorio, con un monte ore perse di circa 22.700, coinvolgendo ben 13 cooperative», precisano i firmatari. Il Fis è un istituto attivato per le crisi aziendali, ma l’eccezionalità del momento vissuto ne determina oggi il suo utilizzo anche per i soci lavoratori e dipendenti delle cooperative sociali, laddove in possesso dei requisiti previsti dalla normativa, con effetto retroattivo dal 24 febbraio scorso. Confcooperative dell’Adda e sindacati, inoltre, si rivolgono agli enti locali che agiscono in qualità di committenti dei servizi sociali oggetto di blocco e sospensione, «affinché si rendano disponibili a valutare la possibilità di assicurare alle cooperative sociali l’erogazione integrale del compenso previsto dai contratti in essere, senza alcuna decurtazione o limitazione, eventualmente anche sulla base di una riprogrammazione dei servizi che potrà prevedere attività integrative o diversamente organizzate nel tempo, sia durante il periodo di sospensione sia non appena sarà consentita la ripresa delle attività».

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