«Travolti e sorpresi
dall’affetto per Fabio»

I familiari commossi dalle manifestazioni di stima del medico morto a 55 anni di Covid

«Fabio, da oggi, riposa nella sua nuova casa. A tutti gli amici, i colleghi, a chi gli ha voluto veramente bene, per l’uomo che era, va il mio ringraziamento. Grazie di essere stati una forza per lui e anche per me».

È il post che, ieri mattina, Morena Modolo, compagna di Fabio Rubino, 55 anni, primario di Cure palliative di Asst Valtellina e Alto Lario, stroncato dal coronavirus nel tardo pomeriggio di Pasqua, ha pubblicato su Facebook.

«Per noi è stata una sorpresa enorme vedere quanto fosse profondo il cordoglio per la morte del nostro congiunto - assicura Massimo Rubino, 50 anni, di Manfredonia, nel Foggiano, da dove proviene la famiglia -. Siamo stati investiti da uno tsunami d’amore senza precedenti. Letteralmente travolti da qualcosa che non ci aspettavamo, non foss’altro perchè Fabio non ci parlava del suo lavoro».

«Percepivamo, sì, che Fabio era molto impegnato, ma non ci faceva mai pesare niente - aggiunge il fratello - . Diceva sempre che faceva soltanto il proprio lavoro. Solo ora, dopo aver ricevuto centinaia di messaggi, di attestati di stima e di affetto, capiamo quanto bene abbia fatto. E crediamo che sarebbe stato importante se il Signore gli avesse dato la possibilità di restare ancora un poco su questa terra».

E’ affranto, ma, insieme, sereno, Massimo, che, con la sorella Rossella, mamma Katia e papà Franco, piange il fratello da quella Puglia da cui proviene.

«Massimo adorava il mare - dice il fratello -, ci veniva, ultimamente, ogni estate e stava sempre in acqua. Ore e ore, col bello e col brutto tempo. Pure Morena lo richiamava all’ordine, ma, niente, lui era in ammollo. Però, per lui, Milano era tutto».

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