Tangenti al Fisco
L’ex direttore delle Entrate
patteggerà 4 anni

Roberto Leoni, dopo l’ampia confessione, ha chiesto di poter patteggiare la pena: quattro anni di carcere

Roberto Leoni, l’ex numero uno dei fisco comasco, in cella dal giugno scorso con l’accusa di aver chiesto e ricevuto denaro dallo studio Pennestrì per concedere indebiti sconti e per chiudere un occhio, nei confronti dei clienti dell’ex patron della Comense , è stato l’ultimo dei quintetto di indagati finito agli arresti a chiedere di poter “vuotare il sacco”. Per dieci lunghissime ore, dal carcere di Busto Arsizio dov’è detenuto, Leoni ha raccontato al pubblico ministero Pasquale Addesso i retroscena della tangentopoli del fisco in salsa comasca. Partendo proprio dai suoi rapporti con Pennestrì e con i suoi clienti.

Ma non si sarebbe limitato a ribadire fatti noti, l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como. E non a caso, infatti, il suo interrogatorio è stato segretato dalla Procura cittadina.

Nel frattempo Leoni, attraverso i suoi legali, ha formalizzato un’istanza di patteggiamento (alla quale la Procura ha già dato il proprio assenso): quattro anni di carcere per corruzione.

Contestualmente i difensori hanno anche depositato un’istanza per chiedere gli arresti domiciliari del loro assistito, in carcere ormai da cinque mesi. Istanza che il giudice delle indagini preliminari - con il benestare del pubblico ministero - ha concesso. E dunque Leoni - quando sarà trovato un braccialetto elettronico - potrà lasciare il carcere di Busto Arsizio e tornare a casa sua, in attesa dell’udienza preliminare che sancirà la pena a quattro anni di carcere.

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