Suor Laura, 20 anni fa l’omicido
«Ancora illuminati dalla sua luce»

Nella collegiata di San Lorenzo la celebrazione della messa a vent’anni dalla morte della religiosa. Il vescovo Cantoni: «Tutti si rivolgono a lei con confidenza e fiducia in un mondo di qualunquismo ed efferatezza»

Era sola suor Maria Laura Mainetti, la sera di martedì 6 giugno 2000, quando uscì credendo di aiutare una vita e finì per trovare la morte. Era sola, forte solo della sua fede, quando andò incontro alle tre giovani - una delle quali mentì, dicendo di essere incinta e aver bisogno di aiuto -, che nel buio di via Poiatengo trafissero il suo esile corpo con diciannove coltellate. Un mortale rituale satanico, che lasciò attonita Chiavenna, l’intera provincia e nazione. Da quella sera, però, suor Maria Laura non è mai più stata sola. Mentre moriva, perdonando coloro che la uccidevano, si è accesa una luce, capace di attrarre negli anni migliaia di persone.

Vicinanza

Anche ieri, nel ventesimo anniversario della morte della religiosa, che apparteneva all’istituto delle Figlie della Croce, in tanti, pur rispettando le norme per il contenimento del coronavirus, non hanno voluto mancare alla celebrazione presieduta dal vescovo Oscar Cantoni nella collegiata di San Lorenzo. La luce di suor Maria Laura ha illuminato anche il cielo plumbeo da cui è caduta pioggia abbondante. Nonostante la quale c’è chi ha occupato i posti preparati nel chiostro della chiesa. Altri hanno scelto di seguire la diretta tv della Messa, aperta dal saluto dell’arciprete, monsignor Andrea Caelli.

Monsignor Cantoni ha insistito sull’idea della “santità della porta accanto”, ricordando che suor Maria Laura «ha vissuto fra noi, nel nostro ambiente ordinario, fa parte della nostra storia, della nostra Chiesa» e «ha condiviso sofferenze e lacrime del popolo di Dio».

Quindi, il vescovo ha ricordato le richieste e le preghiere che dallo scorso anno vengono lasciate su un volume posto accanto alla sepoltura di suor Maria Laura. «Tutti - ha affermato - si rivolgono con confidenza e fiducia, dimostrando tenerezza, che è caratteristica umana e cristiana in un mondo di qualunquismo ed efferatezza». La stessa con cui la religiosa fu uccisa, perdonando però chi la colpiva.

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