«Sul Morelli il Piano è della Regione»

La riforma sanitaria. L’ex sindaco di Sondalo, Luigi Grassi, plaude alla presa di posizione dei sedici sindaci . «Dietro il Politecnico c’è un obiettivo di chiusura dell’ospedale che mette una pietra sulla sanità di montagna».

Da maggio Luigi Grassi è l’ex sindaco di Sondalo, ma dopo due mandati consecutivi da primo cittadino e vari lustri da amministratore comunale, la battaglia per la tutela dell’ospedale Morelli, che è sempre stata uno dei punti fermi della sua attività amministrativa, lo vede ancora in prima linea. «L’utenza dell’ospedale di Sondrio deve capire che sarà la prima a beneficiare della salvaguardia del Morelli, perché uno smantellamento delle specialità del nostro nosocomio e un concentramento nell’ospedale del capoluogo non andrebbe che a intasare gli spazi ristretti del nosocomio del capoluogo oltre a creare liste di attesa, con un peggioramento della qualità sanitaria. Plaudo alla solenne bocciatura che i sindaci radunatosi a Sondalo hanno dato del Piano del Politecnico, è un argine invalicabile per la tutela dell’ospedale quello che stanno cercando di creare. Mi fa piacere vedere tanta compattezza e mi congratulo col sindaco Ilaria Peraldini per quanto è riuscita a creare».

Grassi, proprio come i sindaci, boccia sonoramente il Piano di razionalizzazione redatto dal Politecnico.«Il Politecnico ha finito il pessimo lavoro iniziato dai nostri governatori da 20 anni a questa parte. Si vogliono ridurre gli altri ospedali a presidiucoli per stipare tutto dentro l’attuale ospedale di Sondrio. Ma lo sanno al Politecnico che quell’ospedale è presidiato, da dieci anni, dai vigili del fuoco perché non è in perfetto stato? Con l’incarico al Politecnico, la Regione Lombardia ha scaricato le responsabilità politiche a un soggetto terzo. Così i politici ci spiegheranno che la decisione è tecnica e non è politica. Il Politecnico non ci dice perché, per esempio, il Morelli, grazie all’amico e compianto Gigi Mescia, investendo in innovazione e tecnologia è diventato un grande ospedale di rilievo nazionale con alte specialità in grado di richiamare pazienti da tutta Italia».

Grassi continua la sua disamina aggiungendo che «con questo Piano potremo definitivamente abbandonare l’idea di una sanità di montagna, autonoma e capace di risposte adeguate alle complicate esigenze dei montanari». Senza un cambiamento delle scelte del Politecnico, Grassi è molto pessimista per il Morelli: «Se è questo quello che veramente vuole la politica, significa che nel giro di 3-4 anni non avremo più nulla. Oltre alle attività chirurgiche di cui si prevede il loro trasferimento (neurochirurgia, vascolare e toracica e ortopedia) sarà messo a rischio, a breve, anche il punto nascite. Senza le attività chirurgiche mancheranno anche gli anestesisti h24, grazie ai quali si è scongiurata la sua chiusura. Saranno superflue molte specialità come la nostra qualificatissima neuroradiologia, mentre l’urologia è già in partenza in questi giorni. Anche l’unità spinale rischierà di esaurirsi per difetto di attrazioni specialistiche, mentre l’attuale riabilitazione già fatica ora a stare in piedi per scarsa volontà politica regionale. Il patrimonio immobiliare del Morelli destinato all’attività sanitaria sarà ridotto ai minimi termini, mentre il resto sarà lasciato andare a pezzi, come già avviene per gli attuali padiglioni chiusi. Dopo Santa Caterina Valfurva, anche Sondalo si accinge a salire sul carro delle comunità abbandonate». E infine l’ultima bordata a Regione Lombardia: «Intanto che ci accingiamo a celebrare gli effetti benefici delle Olimpiadi Invernali 2026, la Regione Lombardia ha già vinto la medaglia d’oro per abbandono della sua montagna».

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