«Si vende poco
ma l’importante
è non chiudere»

Paura di un lockdown tra esercenti e clienti. Regali di Natale prima, pochi ordini e tante mascherine»

Sondrio

L’atmosfera è quella del sabato del villaggio. Per l’aria d’incertezza carica di attesa che l’emergenza sanitaria ha ormai sparso ovunque, di quello che i dati porteranno con sé in termini di limitazioni e regole. Dalle prime notizie di radio e tg del mattino, dalla lettura dei giornali fino alla sera non ci sono che i numeri dei contagi a scandire i pensieri.

In città ieri, tra le vie del mercato settimanale, nelle piazze del caffè, regnava proprio questo: il senso, anche un po’ rassegnato, dell’attesa. Che però ha spinto, insieme al tepore insolito per la stagione, molti a uscire. A godersi il sole, l’aria, la libertà.

«Anche se noi continuiamo a lavorare poco, gente ce n’è in giro tanta - confermano dal bar Moderno in piazza Campello -. È come se l’ipotesi di un’imminente chiusura avesse spinto le persone ad uscire con ancora più voglia». La psicologia rispetto al lockdown di marzo è cambiata, alla paura si è sostituita l’insofferenza, il senso di ribellione. E se anche la stragrande maggioranza delle persone rispetta le regole, qui e là tra chi è a passeggio si vedono volti senza mascherina. E non sono giovani.

Davanti ai banchi del mercato, dove le postazioni vuote sono solo un paio rispetto alla norma, la gente si ferma a guardare, a parlare, ad acquistare. Per la frutta e la verdura bisogna mettersi in coda. Alla bancarella degli abiti, «quella del sabato» ricorda una signora, le donne guardano, toccano, provano. «Per il momento lavoriamo» dicono gli ambulanti.

I tavoli dei bar nelle piazze e nelle vie del centro sono pieni. Chi beve il caffé, chi sorseggia l’aperitivo. La voglia di stare insieme all’aperto, il senso della ritrovata socialità spinge ad approfittare di ogni occasione, anche perché alle 18 scatta il coprifuoco. E poi c’è il sole caldo che invoglia. «E speriamo che duri» dicono gli esercenti del bar Coco che, come altri colleghi, hanno approfittato dell’occupazione gratuita del suolo pubblico per aggiungere i tavolini. Un pensiero condiviso anche da chi, dopo l’ultimo dpcm, può contare solo sulla prima parte della giornata per cercare di far quadrare i conti.

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