Shopping a rilento
Tutti in attesa
della zona gialla

Poca gente in giro, colpa del maltempo Oggi in centro si accendono le luci natalizie

Shopping natalizio a rilento che più a rilento non si può nel lungo week end dell’Immacolata che si conclude oggi (con l’accensione delle luci), gli occhi di commercianti ed esercenti sono tutti puntati su venerdì 11 quando, con ogni probabilità, l’intera Lombardia potrà diventare zona gialla e vedere allentate le misure di contenimento del Covid.

Riscatto

Dopo la domenica di strade semi deserte nelle città e la giornata di ieri ancora fiacca non resta che quest’ultima giornata per cercare di riscattare il fine settimana tradizionalmente dedicato all’allestimento di presepe e albero in casa e agli acquisti dei regali fuori dalle mura domestiche.

A tenere lontani dalle botteghe gli acquirenti, già in difficoltà a causa delle ripercussioni dell’emergenza sanitaria (tutti ’sti quattrini da spendere non ci sono e anche quando ce ne sono l’incertezza raccomanda prudenza nello spenderli) è stata non solo la pioggia battente che da venerdì ha scandito le passeggiate, ma le limitazioni da zona arancione che impediscono di varcare, a meno di ragioni più che comprovate, i confini comunali e che vietano ai pubblici esercizi di offrire il proprio servizio se non per asporto. E sotto la pioggia il caffè all’aperto è decisamente poco piacevole.

Per questo si guarda con speranza alla classificazione gialla che darà il via libera agli spostamenti tra comuni e alla riapertura dei pubblici esercizi, almeno fino alle 18. Un allentamento che, stando alle previsioni meteo, dovrebbe corrispondere anche ad un miglioramento del tempo con il sole che tornerà finalmente a fare capolino tra le nuvole e il prevedibile arrivo di villeggianti e proprietari di seconde case.

Gli esercizi

Intanto però c’è grande preoccupazione per la situazione del commercio e degli oltre 1.100 tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi rimasti chiusi per oltre un mese in tutta la provincia.

«La riapertura sarà una boccata d’ossigeno - commenta Coldiretti - comunque insufficiente a coprire le perdite, ingentissime, che si stimano a causa della stagione turistica invernale azzoppata sul nascere dai divieti imposti», situazione «che mette in crisi l’intera economia della Valle. Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione si sono infatti propagati a cascata sull’intera filiera agroalimentare, con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco».

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