Secam, si è dimesso il presidente De Buglio: «Troppi gli impegni»

La lettera al Cda e ai sindaci: «Non posso svolgere il ruolo con l’attenzione e la continuità necessarie». La società ha da poco ricevuto l’ok al piano industriale.

Non c’è pace, in questo mese di dicembre, per Secam, la società interamente pubblica che gestisce rifiuti e acqua per i Comuni di Valtellina e Valchiavenna. Dopo le difficili e spinose questioni finanziarie affrontate nelle settimane precedenti, che hanno consentito al Consiglio di amministrazione di incassare il sì - quasi plebiscitario - dei soci al piano industriale 2019-2023, è giunta lunedì la notizia delle dimissioni del presidente Massimo De Buglio.

«I miei crescenti impegni professionali e universitari non mi consentono di adempiere con la continuità e l’attenzione necessarie i compiti che si prefigurano per l’attuazione del piano».

Queste le motivazioni espresse nella lettera datata 28 dicembre e inviata ai componenti del Cda e al Collegio sindacale. De Buglio ha sottolineato come il processo di realizzazione del piano economico-finanziario, approvato dall’assemblea dei soci il 9 dicembre scorso, richiederà «cura e determinazione, oltre che in relazione agli aspetti finanziari, anche al business e alla sua gestione. Alla soddisfazione per il buon esito del lavoro svolto a partire dalla mia nomina, nel giugno scorso, che si è concretizzato con la recente sottoscrizione dei contratti di finanziamento, cui l’attuale Cda ha dedicato gli sforzi principali fino ad oggi - aggiunge De Buglio - si unisce la consapevolezza di non poter garantire anche in futuro l’impegno e la presenza costanti che la realizzazione del piano richiede. Nell’interesse della società, ritengo quindi opportuno lasciare l’incarico, con l’auspicio di aver fornito un contributo nel percorso di sviluppo di Secam. Ringrazio i soci, i consiglieri, i sindaci, i dipendenti e tutti i collaboratori della società, con i quali ho lavorato in modo proficuo in questi mesi».

Risale a pochi giorni fa l’intervista che De Buglio aveva rilasciato al nostro giornale per spiegare quanto è stato fatto in questi complicati mesi e, soprattutto, per indicare «le nuove sfide da affrontare insieme». Parole che non avevano fatto presagire una volontà di chiudere questa esperienza. L’ormai ex presidente, giunto in Secam su indicazione del socio di maggioranza, il Comune di Sondrio, nel momento finanziario più delicato che la società abbia vissuto, aveva spiegato le mosse compiute dal Cda.

«In questi cinque mesi il Consiglio di amministrazione ha dovuto affrontare una situazione finanziaria piuttosto difficile con criticità per molti versi inaspettate - aveva ricordato De Buglio all’indomani della “maratona” a porte chiuse, su decisione della maggioranza dei sindaci, andata in scena a palazzo Muzio -. Per rafforzare la tenuta finanziaria nel medio-lungo termine e ricondurre il debito alla redditività attesa, è stato necessario rivedere il vecchio piano. Abbiamo avuto un dialogo molto positivo con le banche che, a partire dai due istituti locali, sono venute incontro alle esigenze della società allungando la rateizzazione dei mutui».

Un piano che per superare le difficoltà di cassa evidenziate anche alla vigilia dell’appuntamento a palazzo Muzio e causate da quei 52 milioni di investimenti fatti negli ultimi cinque anni, prevede, insieme ad altri 37 milioni di lavori per il sistema idrico integrato, di dilatare nel tempo il rimborso dei mutui ai Comuni che incasseranno il 40% dal 2020 al 2025 e la restante parte - il 60%, dunque - dal 2026 al 2030.

Aveva destato grande clamore, in quelle giornate che hanno preceduto l’incontro in Provincia, la lettera del Comitato di coordinamento acqua pubblica inviata ai sindaci della Valle contenente forti critiche in merito alla gestione di Secam. Una dura presa di posizione che aveva spinto l’amministratore delegato, Gildo De Gianni, a convocare una conferenza stampa per spiegare come si sia generato questo squilibrio finanziario. «Una questione legata agli investimenti - aveva chiarito De Gianni -. In questi cinque anni (nel piano cioè 2014-2019) ne sono stati fatti per 52 milioni, così come previsto nella convenzione con cui i Comuni ci hanno affidato la gestione del servizio idrico integrato. Addirittura - ricordava l’ad di Secam - nel 2014 le indicazioni degli amministratori prevedevano 80 milioni di investimenti. Ebbene, secondo la legge, di tutte le risorse spese per gli investimenti può essere recuperata in tariffa solo la parte di ammortamento ovvero il 7% medio annuo. Un esempio? A fine 2018 sui circa 45 milioni di investimenti realizzati il recupero in tariffa è stato di 7,82 milioni».

Come detto il nuovo piano, dopo essere stato sottoposto all’analisi di ragionevolezza e sostenibilità finanziaria da parte della Ernst & Young, ha raccolto il favore pressoché totale degli azionisti (un solo voto contrario e un’astensione).

«I soci - commentava ancora De Buglio - hanno capito e hanno dato il loro ampio consenso all’operazione. Con questo piano si gettano le basi per il miglioramento delle prospettive e si dà supporto alla sostenibilità finanziaria della società. Da qui in poi il futuro è da conquistare e richiede determinazione, visione e apertura, anche nell’affinamento del piano e delle azioni conseguenti in uno scenario macroeconomico non semplice». Un futuro tutto da scrivere che però non vedrà più la sua presenza all’interno della società.

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