Sciopero ferrovie, rischio venerdì nero
Le corse assicurate

Dalle 21 di stasera alle 21 di domani è previsto uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private che potrebbe coinvolgere anche il trasporto ferroviario.

Non è facile prevedere l’entità delle adesioni, anche perché non si tratta di un’iniziativa delle organizzazioni più rappresentative. Ma c’è il concreto rischio di un venerdì nero per gli utenti delle ferrovie. Dalle 21 di stasera alle 21 di domani è previsto uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private che potrebbe coinvolgere anche il trasporto ferroviario. In conseguenza di questa mobilitazione, promossa da Cub e Sgb, i treni regionali, suburbani e a lunga percorrenza di Trenord e il servizio Malpensa Express potrebbero subire limitazioni e cancellazioni. Stasera prima dell’inizio dello sciopero viaggeranno i treni in partenza entro le 21, che arrivano a destinazione finale entro le 22.

Domani dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 saranno effettuate alcune corse indicate sul sito di Trenord. Ad esempio sono assicurati quello da Tirano delle 6.12 per Milano Centrale e quelli delle 18.20, 19.20 e 20.20 per il rientro dal capoluogo lombardo. Se le corse precedenti verranno cancellate è probabile qualche disagio anche per coloro che potranno optare per queste soluzioni. Per quanto riguarda il trasporto pubblico a Milano tram e bus saranno garantiti fino alle 8,45 e poi dalle 15 alle 18. Le metropolitane saranno garantite fino alle 18. A Milano circoleranno autobus sostitutivi senza fermate intermedie per le eventuali corse non effettuate tra Cadorna e Malpensa Aeroporto e tra Malpensa Aeroporto e Stabio. Informazioni saranno comunicate su sito e App Trenord e nelle stazioni, tramite i monitor e gli annunci sonori. Per quanto riguarda le motivazioni dello sciopero, gli organizzatori spiegano che «decenni di austerità hanno impoverito lavoratori, pensionati e ceti popolari, hanno cancellato oltre un milione di posti di lavoro e ridotto diritti politici e sociali». Le proposte concrete sono queste: «Aumentare i salari e le pensioni, cancellare il Jobs Act e garantire lavoro stabile a tutti, ridurre l’orario di lavoro e i carichi di lavoro a parità di salario per rilanciare l’occupazione, cancellare la Fornero ed andare in pensione con 60 anni di anzianità o 35 di contributi».

I confederali esprimono delle perplessità sul metodo. «Il diritto allo sciopero è sacrosanto, però serve una legge sulla rappresentanza che regoli in modo serio le proteste – afferma Giorgio Nana, segretario della Filt-Cgil di Sondrio -. Altrimenti ognuna delle sette sigle del settore può proclamare delle agitazioni in modo scoordinato e alla fine le principali vittime di una situazione di questo tipo sono le fasce più deboli della popolazione. Il governo deve mettere in agenda una soluzione».

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