Scandalo vaccini
Non ce ne sono più
Saltate le prenotazioni

Disco rosso nei centri pubblici in Valle. Asst Valtellina e Alto Lario assicura che sono in arrivo. Non vaccinati nemmeno gli operatori sanitari

Sembrava decollata la campagna vaccinale antinfluenzale pubblica, invece, a cavallo fra la fine della scorsa settimana e l’inizio di questa, altro stop.

Il disco rosso riguarda i centri vaccinali pubblici di Asst Valtellina e Alto Lario dove, in massa, si erano riversati i cittadini aventi diritto alla vaccinazione garantita dal servizio sanitario nazionale, impossibilitati a ottenerla in tempi ragionevoli dai loro medici di medicina generale.

Non per negligenza di questi ultimi, ovvio, ma perchè non erano state ancora loro spedite le dosi.

Invece, la scorsa settimana, proprio mentre venivano riforniti i medici, ecco che il flusso delle dosi iniziava a calare in modo vistoso negli ambulatori pubblici.

Tant’è che sono arrivate, fra venerdì e lunedì, frotte di disdette di prenotazioni già effettuate, causa la mancanza del vaccino. Finito e non rifornito dai flussi di Regione Lombardia in tempo per procedere con la programmazione già stabilita.

Questo su tutti i centri vaccinali pubblici di Bormio-Livigno, Tirano, Sondrio, Chiesa in Valmalenco, Morbegno, Chiavenna e Dongo.

Inutile dire della delusione degli aventi diritto, in massima parte persone dai 65 anni in su, già in fibrillazione per il fatto di non aver mai atteso così tanto per sottoporsi al vaccino antinfluenzale.

Solitamente, la campagna partiva il 5 novembre e terminava intorno al 20, massimo fine mese. Quest’anno, quello segnato anche dall’emergenza Covid, è tutta un’altra musica. Occorre prendere appuntamento, poi l’appuntamento salta, poi si verrà richiamati, un caos.

L’unica certezza la comunica Asst Valtellina e Alto Lario che assicura essere «i vaccini in arrivo - ci confermano -, questione di poche ore, e dovrebbero giungere, per poi permetterci di riprendere da dove ci siamo fermati».

Il tutto considerato che mancano all’appello anche i vaccini per gli operatori sanitari sia ospedalieri, sia delle case di riposo e strutture protette. Nel primo caso, facendo riferimento alla sola Asst, parliamo di 3200 dipendenti di cui, la maggior parte, a stretto contatto coi malati, si pensi ai 350 medici e ai 1100 infermieri, solo per citare alcune delle categorie coinvolte. Per quanto riguarda le case di riposo, del tutto scoperti, anche qui, gli operatori, almeno 2400 persone, cui debbono aggiungersi gli operatori delle Residenze assistenziali per disabili.

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