Sca, debiti per 43 milioni
Mercedes disse sì a Bruni

Avviate le procedure fallimentari per la società. Pioggia di denunce in Procura

Nuovi dettagli sulla questione Sca, e sull’ingarbugliatissimo scambio di accuse tra soci, e vecchi e nuovi proprietari.

Ieri si è chiarito il quadro dell’esposizione debitoria della concessionaria con sede in via Cecilio, per la quale sono state depositate ben due istanze di fallimento, una da parte della Procura e una dalla stessa Sca: si parla di 43 milioni di euro, di cui 15 accumulati da creditori privilegiati - cioè titolari di una sorta di diritto di prelazione - e 23 rivendicati dai creditori cosiddetti “chirografari”, quelli sprovvisti di privilegi.

Sono ovviamente una montagna di quattrini, né è possibile stabilire, in questo momento almeno, chi e quanti riusciranno a riscuotere.

Il quadro, del resto, è reso ulteriormente complicato dall’incrocio di denunce, tre in tutto, sulle quali lavora la Procura della Repubblica di Como: c’è quella presentata dall’ex sindaco Stefano Bruni, a suo tempo legale amministratore di Iris - la società subentrata con i quattro milioni di euro in obbligazioni austriache, al centro di uno dei tanti misteri della vicenda -, c’è quella presentata da Sca contro Iris, e quella per la presunta sparizione delle auto, denuncia inoltrata da Mercedes Italia. Peraltro, pare che l’operazione che la scorsa primavera consentì a Iris di acquisire il 35% delle quote dell’azienda, ebbe anche il via libera della stessa Mercedes Italia, posto che le cessioni di quote dei “dealers” devono sempre essere approvate dalle case madri.

In altre parole: non solo Mercedes era a conoscenza del progetto dell’allora amministratore Luigi Marino, ma compilò anche una cosiddetta “due diligence”: in altre parole verificò conti, risorse e potenzialità di Iris, salvo poi concedere il suo via libera all’ingresso delle obbligazioni austriache.

L’udienza per discutere del fallimento di Sca è attesa entro la fine del mese. Si era perlato del 31 marzo, ma la data potrebbe addirittura essere anticipata. Il gruppo, lo ricordiamo, contava tredici filiale e 130 dipendenti distribuiti tra le sedi di Varese, Lecco e Sondrio.

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