Santa Caterina deserta: «Ci piange il cuore»

Valfurva, parlano le famiglie costrette a trasferirsi: «Per il bene dei nostri figli noi siamo disposti a tutto»

Alberghi chiusi, parco giochi senza anima viva ieri pomeriggio: benvenuti nel deserto di Santa Caterina Valfurva. E quando col via dell’anno scolastico il prossimo 12 settembre anche le famiglie di una quarantina di alunni di elementari, medie e superiori, avranno lasciato il paese, dei 250 abitanti di Santa Caterina ne resteranno solamente un centinaio: fantasmi in un paese fantasma. E per fortuna che i bimbi della scuola materna, sei, potranno frequentare l’asilo in paese, altrimenti nei due mesi dell’esilio forzato di studenti e famiglie al seguito, Santa Caterina sarebbe stato un paese anche senza i bambini.

«Piange il cuore dover lasciare la propria casa, anche se sappiamo che ci torneremo a emergenza conclusa, fra due mesi, ma abbiamo messo come priorità il cammino scolastico dei nostri figli e siamo disponibili a qualsiasi sacrificio, anche quello di lasciare casa»- spiega Luigina Signorelli. È lei la referente del gruppo di genitori dei ragazzi che frequentano elementari, medie e superiori, che da Santa Caterina hanno deciso di trasferirsi da settembre a San Nicolò o Sant’Antonio: «Io andrò a Bormio visto che mia figlia frequenta il liceo lì e poi facendo parte dello sci club deve salire allo Stelvio per allenarsi- spiega -. La maggior parte delle altre famiglie di Santa Caterina (21 nuclei in tutto, Ndr.) si dividerà fra San Nicolò e Sant’Antonio rispettivamente a 8km e 9km da Santa Caterina. L’unica richiesta dei ragazzi era quella di poter continuare a frequentare la scuola in classe con i coetanei. Noi genitori siamo compatti. Inizialmente era stata presa in considerazione la possibilità di spostarsi tutti insieme in qualche residence, ma poi sono emerse le diverse esigenze personali, di chi aveva anche i nonni o di chi aveva bisogno di spazi ulteriori per i cani e quindi ognuno sceglierà la soluzione che più gli aggrada».

«Di contratti di locazione finora non ne ha firmati nessuno - continua -, io mi sono informata da un’agenzia ed un’idea per trovare un appartamento a Bormio l’ho. Essendo settembre e ottobre bassa stagione non ci saranno problemi per trovare appartamenti liberi a San Nicolò e Sant’Antonio. Certo se si dovesse andare a dicembre, a Bormio non sarà semplice trovare un alloggio, ma speriamo che per allora sia terminata l’emergenza. Certo sembra strano lasciare Santa Caterina, che è sicurissima, per andare in centri abitati sotto la frana del Ruinon che sono più a rischio, ma per il bene scolastico dei nostri figli siamo disposti a tutto».

Non tutti a Santa Caterina hanno però accettato di buon grado la decisione dei genitori dei ragazzi in età scolare di spopolare il paese: « Chi non ha figli di questa età ci ha detto che non avremmo dovuto lasciare Santa Caterina, che anzi le vicissitudini dei ragazzi sarebbero state un incentivo per risolvere la situazione, ma noi non strumentalizziamo i nostri figli. Faremo sacrifici. Io andrò avanti ed indietro da Bormio a San Nicolò dove lavoro, mio marito che lavora per la società impianti di Santa Caterina si muoverà da lì, ma ha un mezzo 4x4 e sulla pista provvisoria non ha problemi. Io sinceramente dopo mesi avanti e indietro dalla pista agro-silvo-pastorale sono esausta. È una strada pericolosa, con mille insidie. Capiamo il momento di grande difficoltà e siamo vicini anche alla nostra amministrazione comunale che è sensibile alle nostre problematiche».

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