Sala d’attesa chiusa, disagi per gli studenti

Tirano, I ragazzi dell’alberghiero che arrivano alle 6 in treno devono aspettare all’aperto il bus per Bormio «Con il freddo i problemi aumenteranno». Rfi: «Valuteremo se sarà possibile anticiparne l’apertura»

Sala d’attesa della stazione di Tirano, peraltro recentemente ristrutturata, chiusa alla mattina alle 6 quando gli studenti-pendolari ne avrebbero bisogno. È la segnalazione pervenuta ieri, tramite la Cisl di Sondrio, da un gruppo di ragazzi di Sondrio che frequentano l’Istituto alberghiero di Bormio. Ogni mattina, i ragazzi viaggiano sul treno che sale a Tirano con arrivo alle 6,07 e devono aspettare circa 40 minuti prima di salire sul pullman che li porta a Bormio partendo alle 6,45. Il problema è che i ragazzi devono attendere senza poter usufruire della sala d’attesa, poiché, alle 6 del mattino, rimane chiusa e, quindi, non accessibile.

«Un disagio che, qualora dovesse perdurare la chiusura mattutina della sala d’attesa, sarà maggiore nel periodo invernale a causa del freddo», sottolinea Michele Fedele referente del settore trasporti della Cisl.

Il sindaco,Franco Spada, dal canto suo, ignorava la situazione: «Non ero al corrente del disagio per gli studenti-pendolari e sicuramente segnalerò la tematica a Rfi affinché i ragazzi, al mattino, soprattutto ora che si va incontro all’inverno, possano stare al caldo». Rete ferroviaria italiana, ente cui compete la sala d’attesa insieme alle strutture ferroviarie, fa sapere che «la sala è fruibile dalle 6,30 ma valuteremo se sarà possibile anticiparne l’apertura».

Ma ieri è stata un’altra giornata di fuoco sulla linea ferroviaria che collega Tirano con Milano «per via dei numerosi e immancabili ritardi che hanno letteralmente “avvelenato” l’inizio della giornata di tanti viaggiatori che utilizzano il treno per andare a scuola o al lavoro – prosegue Fedele -. È lungo l’elenco delle corse “ritardatarie” e numerose sono state le segnalazioni giunte al sindacato con le conseguenti lamentele dei viaggiatori stanchi di dover arrivare ancora una volta in ritardo al lavoro o a scuola e spesso rassegnati a un servizio di trasporto sempre più inaffidabile».

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