Riordino della sanità locale, i tre comitati dicono «no»

In un documento congiunto respingono il piano del Politecnico. «Altro che specificità montana, equiparati ad una qualsiasi area urbana».

«No al piano del Politecnico. E che i sindaci rivendichino un nuovo, serio e urgente confronto con la Regione Lombardia per porre fine all’inaudito e progressivo depauperamento della nostra sanità». Sulla riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari intervengono i tre comitati popolari che da tempo si battono in difesa dei presidi della provincia di Sondrio. Si tratta del comitato a difesa della sanità di montagna - Io sto con il Morelli, di Insieme per l’ospedale di Chiavenna e di Salviamo la nostra sanità della Bassa Valle che ieri hanno diramato un comunicato stampa congiunto con l’obiettivo, ancora una volta, di «salvaguardare la sanità di montagna».

I tre comitati prendono le mosse dalla posizione assunta dai 16 sindaci della Media e Alta Valle (esclusi Teglio e Aprica) che dopo aver visionato lo studio del Politecnico sul futuro della sanità hanno deciso di respingerlo. Una posizione condivisa dai tre sodalizi locali «perché - dicono - malgrado le intenzioni di provare a leggere una situazione complessa e l’approfondita analisi compiuta, le proposte finali di questo studio risultano in perfetta continuità e non fanno altro che proseguire quanto già iniziato e attuato dal piano di organizzazione aziendale strategico degli ultimi decenni, con risultati esattamente opposti alla riqualificazione della rete ospedaliera locale».

La denuncia dei comitati punta il dito dritto verso una situazione non certo idilliaca, cioè contro «reparti e servizi che chiudono lasciando scoperti i vari territori, lunghe liste di attesa che obbligano a rivolgersi al privato pagando, un servizio di emergenza-urgenza con le auto mediche sempre più distanti» tengono a sottolineare.

Le voci che raccolgono il malumore della popolazione rimarcano anche come da anni si parli di sanità di montagna prospettandola come la soluzione ideale e invece ci si ritrovi oggi «con un progetto che equipara il nostro territorio montano ad una qualsiasi area metropolitana».

Per queste ragioni i tre comitati chiedono a tutti i sindaci della provincia di Sondrio «di respingere, con forza, il piano del Politecnico. Contestualmente chiediamo agli stessi amministratori di rivendicare un nuovo, serio ed urgente confronto con la Regione allo scopo di porre fine all’inaudito e progressivo depauperamento della nostra sanità che, per quanto riguarda i comitati, è ben lontana dal concetto di sanità di montagna a cui protendiamo per ritenerci soddisfatti. Per il nostro diritto alla salute alziamo la testa come sa fare la gente di montagna».

I comitati invitano, infine, i cittadini «a riflettere su quanto la Lombardia non stia facendo per le necessità, gli interessi e le aspettative del nostro territorio».

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