Rientro in classe
Sorrisi e sorpresa
i banchi a rotelle

Da ieri in presenza anche seconde e terze medie. «Erano felici di esserci e di stare finalmente insieme»

Tra i ragazzi qualcuno soddisfatto, altri un po’ meno. Soprattutto per la sveglia suonata troppo presto. Tra i docenti, invece, tanta voglia di incontrare di nuovo gli alunni.

Ieri la campanella è suonata in presenza in tutte le classi seconde e terze delle scuole medie della provincia ritornate a scuola. Dopo praticamente tre settimane di Didattica digitale integrata (Ddi).

Ma c’è stato anche un rientro con sorpresa. Alla scuola media Ligari del comprensivo Sondrio Centro, dove le classi terza E e seconda B hanno potuto sperimentare i tanto chiacchierati banchi con le rotelle.

«Sono le due classi più numerose dell’istituto - spiega la preside Ombretta Meago -, per le quali a suo tempo avevamo ordinato i banchi con le rotelle, arrivati però poco più di un paio di settimane fa», quando i ragazzi erano già in modalità Ddi dopo l’ultimo Dpcm.

«Un’opportunità in più per loro: in questi giorni li proveranno e poi, come gli ho detto – prosegue Meago –, mi faranno sapere cosa ne pensano. Se vanno bene proseguiremo con quelli; se invece preferiscono quelli classici ritorneremo indietro».

«Tutti al loro posto e felici di esserci, soprattutto di stare insieme» conferma Raffaella Giana, dirigente del comprensivo Paesi Retici, che conta otto classi seconde e terze alla media Torelli, cui si aggiungono le quattro dell’istituto Sigismund di Chiesa Valmalenco.

«Sono ritornati in classe nel rispetto delle norme anti-contagio in vigore» prosegue la preside, anche se al di fuori dalla scuola qualche abbraccio tra compagni c’è stato. «A loro mancano molto le relazioni, lo stare insieme. Siamo contenti di poter ritornare alla didattica in presenza, la cui efficacia, inutile negarlo, è sicuramente diversa dalla Ddi». Rientro regolare anche al comprensivo Paesi Orobici.

«Il loro posto – sostiene Meago – è qui in classe. Sono stati bravi anche nel percorso a distanza i ragazzi, grazie al loro senso di responsabilità e a quella flessibilità, che oggi più che mai è fondamentale per stare al passo con questi repentini cambi di scena: una competenza che stanno imparando sul campo».

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