Qualità della vita
Ventitreesimo posto
e Sondrio recupera

Il territorio lombardo ha perso smalto ma la provincia si mostra in netta controtendenza. Spiccato un balzo dallo scalino numero 46 del 2019

Parla bolognese la qualità della vita nelle province italiane in questo 2020 funestato dalla pandemia Covid e dalla sue conseguenze in termini sanitari, economici e sociali. Ma Sondrio, in controtendenza con il resto del territorio lombardo che perde smalto, recupera posizioni rispetto al tonfo del 2019 e si piazza al ventitreesimo posto.

È la “dotta”, la città che vanta l’università più antica del mondo occidentale, a conquistare il primo gradino della classifica redatta come ogni anno da 31 edizioni a questa parte dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore e basata su 90 indicatori (passati da 42 a 90 lo scorso anno), suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990.

Dietro a Bologna che scalza Milano dal trono e si trascina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna (cinque su nove tra le prime venti: Parma (8), Forlì Cesena (14), Modena (15) e Reggio Emilia (17), si piazzano Bolzano e Trento. L’ex reginetta Milano, anche a causa delle ripercussioni della pandemia che ha colpito soprattutto il Nord e la metropoli con un calo del Pil evidente, scende al dodicesimo posto, prima delle province lombarde. Sondrio è la seconda, l’unica in regione insieme a Mantova, ferma al posto 47, a non peggiorare la propria posizione e anzi a recuperare 23 posizioni rispetto alla quarantaseiesima piazza dello scorso anno. Un posto che aveva provocato più di una polemica sfociata in una lettera al giornale di Confindustria in cui il sindaco Marco Scaramellini contestava la veridicità di una graduatoria che con l’introduzione di nuovi e più numerosi parametri premiava maggiormente le grandi città a scapito delle piccole.

Nella Top 25

Quest’anno quegli stessi parametri hanno riportato Sondrio nella Top 25. Ma a incidere sulla classifica della qualità della vita degli italiani in questo 2020, è stata soprattutto la pandemia: «I casi di contagio registrati in modo differente sul territorio - si legge nelle note metodologiche della classifica - hanno esercitato un impatto differente sui sistemi sanitari, sulle vite e sulla quotidianità delle persone».

Per questa ragione è stato deciso di utilizzare, tra gli altri parametri, anche quello “casi Covid ogni 1000 abitanti” dandogli un peso doppio rispetto agli altri. Ma non solo. Sono 25 in tutto gli indicatori scelti per analizzare l’effetto Covid sulla qualità della vita: dalle ore di cassa integrazione autorizzate in media dalle imprese, al consumo di determinati farmaci, passando per i medici di famiglia.

Nel dettaglio

Complessivamente, come detto, Valtellina e Valchiavenna si piazzano al ventitreesimo posto, ma con risultati che in cinque delle sei macro aree analizzate sono peggiori, in quattro casi decisamente peggiori. Ma vediamoli.

Le migliori performance sono quelle nel settore Giustizia e sicurezza: decimo posto complessivo e secondo assoluto per basso indice di litigiosità. Venticinquesimo posto nell’ambito di ambiente e servizi: in questo caso la migliore performance, ancora da podio, è quella relativa ai Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Sono pochi i ragazzi della provincia che rientrano in questa categoria, tanto da conquistare il terzo posto. Il peggior risultato riguarda invece la pesa pubblica pro capite sul territorio in relazione ai Fondi europei 2014-2020 per l’ambiente e la prevenzione dei rischi. Il territorio frana, ma le capacità di usare le risorse a disposizione sono scarse.

Per le altre quattro macroaree bisogna scendere sotto il cinquantesimo posto: 53 per ricchezza e consumi perché il primo posto assoluto nella classifica per il pagamento delle fatture ai fornitori oltre i 30 giorni non riesce a compensare il penultimo posto (107) nella graduatoria per la rata media mensile per finanziamenti in essere e il terzultimo (105) per popolazione con crediti attivi; 54 in demografia e società pur con due secondi posti nelle altrettante classifiche per consumi di farmaci per ipertensione e diabete, un ottavo per la presenza di infermieri, ma una penultima piazza per la disponibilità di pediatri ogni mille abitanti e novantanovesimo posto per tasso di mortalità.

Posto 59 per Cultura e tempo libero penalizzati soprattutto dagli accessi Internet e dal numero di ristoranti. Il peggior risultato, sessantaquattresimo posto, in Affari e lavoro, settore in cui il basso numero di fallimenti va di pari passo però con un’elevata percentuale di imprese che cessano e una bassa di nuove imprese.

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