Pulce salvò Sergio infortunato
Ora è in lizza per un premio

Nel luglio del 2020, reduce da pochi mesi da una delicata operazione per donare un rene al nipote 35enne, cadde in un buco di cantiere e fu salvato dal suo cane; ora Pulce è candidato a ricevere un importante riconoscimento, il “Premio internazionale fedeltà del cane”, che verrà assegnato come ogni anno ad agosto in occasione della festa patronale di San Rocco nell’omonima frazione di Camogli, Comune ligure in provincia di Genova.

Quello che è successo a Sergio Lotti, 62enne residente ad Ardenno ma originario della provincia di Rimini, è infatti arrivato alle orecchie dei promotori del riconoscimento, che sono riusciti a rintracciarlo e gli hanno comunicato che il suo cagnolino, 12 anni, con lui e sua moglie da quasi 3 anni, è in lizza per il premio.

L’uomo, valtellinese di adozione, era balzato agli onori della cronaca già in precedenza perché il 4 marzo, in piena emergenza coronavirus, si è sottoposto all’ospedale Borgo Trento di Verona all’operazione di asportazione del rene destro, donato al nipote Marco 35enne, industriale di Rimini che rischiava la vita. Pochi mesi dopo, il brutto incidente: durante una passeggiata serale con il suo cane era finito in un buco di un cantiere edile aperto vicino al palazzetto dello sport di Ardenno per la realizzazione di una recinzione. «Era buio e non c’erano cartelli - aveva raccontato Sergio Lotti, che era stato ricoverato all’ospedale di Sondrio con una prognosi iniziale di 30 giorni - e stavo raggiungendo una fontana per riempire alcune bottiglie, quando all’ improvviso sono caduto nello scavo. Sono rimasto a terra svenuto per oltre mezz’ora. A salvarmi sono state le leccate al volto del mio cane Pulce. Mi ha fatto rinvenire e ho dato l’allarme ai soccorsi con il cellulare».

«Qualche giorno fa mi ha chiamato la presidente dell’associazione che promuove il premio - ci racconta ora, mentre si trova all’estero per lavoro -. Sono rimasti molto colpiti dalla storia mia e di Pulce, ora il mio cagnolino è candidato a ricevere il premio internazionale, sarebbe un grande onore».

L’idea del “Premio fedeltà del cane” nacque nel 1962: un cagnolino, Pucci, abbandonato dai padroni, giunse a San Rocco e si affezionò subito ai bambini delle scuole elementari, li aspettava al mattino sul piazzale della Chiesa, li accompagnava a scuola dove attendeva l’ora della ricreazione ed accoglieva festosamente la merenda che i bambini gli offrivano; quindi andava a nasconderne una parte che gli sarebbe servita per il pasto serale. E così ogni giorno, per oltre dieci anni. In memoria del cagnolino il signor Giacinto Crescini ebbe l’idea di istituire il premio, e parlandone col parroco di allora, don Carlo Giacobbe, riuscì a realizzarlo concretamente, collegando il premio alla Festa patronale di San Rocco che ha un particolare significato perché è il santo protettore dei cani.

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