Ponti osservati speciali, ma per gli interventi mancano fondi e dati

Lo stato dell’arte. Cantieri già aperti in alcuni casi, per altri lavori comunque programmati dalla Provincia. Ferma allo scorso anno l’indagine effettuata coi droni.

Lavori di manutenzione per cinque ponti a priorità media nel piano triennale delle opere pubbliche licenziato nelle scorse settimane dall’amministrazione provinciale guidata da Elio Moretti, cantieri già aperti sugli attraversamenti più delicati e critici a Stazzona e Traona e un’attività di ispezione innovativa con i droni su alcune infrastrutture affidata e conclusa lo scorso anno, ma non rinnovata.

I ponti in provincia di Sondrio (un centinaio quelli presenti sulla rete di Valtellina e Valchiavenna) sono sotto controllo dalla tragedia di Annone del 2016, quando è stata scattata la prima fotografia dello stato dell’arte, in avanti, ma, come in altri territori, a mancare sono le risorse adeguate per intervenire tempestivamente, prima cioè che maltempo o cedimenti strutturali possano provocare crolli, ma anche per avere una banca dati adeguatamente rifornita.

Ad accendere i riflettori su ponti e viadotti è stata, come detto, la tragedia di Annone. Da quel momento, l’amministrazione provinciale allora guidata da Luca Della Bitta ha dato il via libera ad una serie di analisi, successivi approfondimenti e, dove necessario, interventi ripresi anche dall’attuale amministrazione. Ne è esempio il piano triennale delle opere pubbliche licenziato da Moretti dove si trovano, tra le opere più cospicue, la manutenzione del ponte Vanoni a Morbegno per 1,5 milioni di euro; 570mila euro per l’attraversamento del Madrasco; 1,4 milioni di euro per il ponte sull’Adda a Fusine e Berbenno oltre ai 5 milioni per la variante della Trivulzia.

I lavori partono a seguito delle indagini supportate anche dall’innovazione tecnologica. Lo scorso anno l’attività di ispezione dello stato di conservazione di alcuni ponti (quello sull’Adda nei comuni di Fusine e Berbenno; sempre sull’Adda tra Delebio e Dubino; a Traona; il ponte sul Valle Vicima a Tartano e sul Davaglione a Montagna in Valtellina) sono state affidate al l’azienda Aces Air di Sondrio che usa i droni per le battute visive. «Si riprendono tutti gli elementi principali, ad esempio spalle, pile ed estradossi - spiega Francesco Gritti, manager della società fondata con Luca Triangeli -. Questo lavoro consente di produrre un’approfondita scheda di valutazione sulla manutenzione. L’ente che gestisce la strada può quindi programmare gli interventi più opportuni».

Già perché oltre alla mancanza di adeguate risorse economiche per gli interventi puntuali - «per portare avanti questo percorso serve qualche milione di euro all’anno. Il capitolo della manutenzione dei ponti deve diventare fisso nel bilancio provinciale» sosteneva Della Bitta -, gli enti, in particolare la Provincia, scontano la carenza di dati. Non c’è un’anagrafica completa dei manufatti. Eppure un censimento delle infrastrutture, dalla data di costruzione ai successivi interventi o indagini, aiuterebbe, e non poco, il lavoro di chi deve garantire innanzitutto la sicurezza. Anche in questo caso servirebbe la volontà, oltre che la possibilità, di impegnare risorse su questo capitolo.

Qualcosa, anche se probabilmente non ancora in maniera sufficiente, si muove. All’inizio del mese la Regione Lombardia ha stanziato 3,8 milioni di euro per le attività di verifica e monitoraggio dei ponti che insistono sulle strade provinciali. In provincia ne sono arrivati 120mila che potrebbero far ripartire le indagini - quelle coi droni si sono concluse nel luglio dello scorso anno - utili alla creazione di una banca dati. Un’anagrafica dalla quale partire per programmare gli interventi che se finanziati potrebbero fungere da volano per il comparto dell’edilizia e per l’economia dell’intero territorio, in una sorta di “ricostruzione”.

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