Plasma, prima donatrice a Sondrio
«Crediamo nella sperimentazione»

Ieri mattina al Servizio di immunoematologia è stata sottoposta a plasmaferesi. Ora la Valtellina avvia la raccolta di questa componente ricca di anticorpi contro il Covid

È una donna, già iscritta all’Avis, la prima donatrice di plasma iperimmune della provincia di Sondrio. Ieri mattina, al Simt, Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale di Asst Valtellina e Alto Lario, diretto da Paola Lanzini, è stata sottoposta a plasmaferesi, dando, così, l’avvio all’attività di raccolta di questa particolare componente ricca di anticorpi rivelatisi fortissimi alleati nella lotta contro il coronavirus.

Studio sperimentale

«Crediamo molto in questo studio sperimentale, avviato dal polo di ricerca dell’Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, unitamente all’Asst di Mantova - dice Paola Lanzini -, e stiamo facendo tutto il possibile per mettere in pratica le linee guida e i protocolli stilati da Regione Lombardia». La selezione è rigida, in quanto il potenziale donatore, se non già iscritto e tipizzato dall’Avis, deve essere preso in carico dal Simt per accertare abbia tutti i requisiti per poter donare. Dopodiché, conditio sine qua non, deve possedere un numero di anticorpi elevato per poter donare un plasma veramente efficace nella lotta al Covid. In pratica, più il “titolo” del plasma, cioè il numero di anticorpi che possiede, è alto, e più l’azione contro il coronavirus risulterà efficace, atteso che, di norma, si va da una titolazione pari a 106 fino a una massima pari a 320, da utilizzarsi, quest’ultima, negli ammalati Covid immunodepressi.

Ogni quindici giorni

«Ieri mattina abbiamo effettuato la prima donazione, che potrà essere ripetuta due volte in un mese, ogni 14 giorni, avviando, così, un’attività che vorremmo portare avanti con metodo e costanza - dice Lanzini -. L’obiettivo è quello di convocare due donatori al giorno, sia, qui, al centro trasfusionale di Sondrio, sia, successivamente, a quello di Sondalo, dove far convergere i donatori dell’Alta Valtellina».

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