«Pendolari, è una “Horror story”»
Il Pd accusa. La Regione: «Ridicoli»

Anche una petizione contro ritardi e disservizi. «Ma i loro governinon hanno mai fatto nulla».

Presidi del Pd in Lombardia contro Trenord. Giovedì nel Lecchese il Partito democratico era presente nelle stazioni della provincia per dire #BastaTrenord e al grido di “Siamo stanchi dei continui disservizi. I pendolari meritano di meglio”.

Una mobilitazione che è andata in scena a Lecco Bellano, Calolziocorte, Colico, Mandello Merate, Molteno, Oggiono, Olgiate, Osnago e altre stazioni. Il volantinaggio e le parole spese dagli attivisti verso i pendolari sono tesi a far loro firmare la petizione online all’indirizzo http://bit.ly/bastatrenord dove finora sono state raccolte circa 4mila firme. Fortissimi gli slogan della campagna di protesta andata in scena nelle principali stazioni lecchesi e lombarde: da “Trenord Horror Story”, all’ “Halloween dei pendolari”. Davanti al Pirellone è andato in scena anche un flash mob a tema Halloween prendendo spunto dalla festività del 31 ottobre. Tra i più attivi il consigliere regionale del Pd Raffaele Straniero, presente nella stazione di Oggiono: «Abbiamo dimostrato la nostra vicinanza alle persone che vivono quotidianamente il dramma del disastro del trasporto ferroviario in Lombardia e nella nostra zona in particolare. Abbiamo lanciato una petizione online su questo argomento e abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro anche contro il caro biglietti».

Il volantinaggio ha incontrato più favore di quelli fatti in passato: «La maggior parte della gente non si ferma- ammette il consigliere regionale - e gli studenti non hanno tanta voglia di farsi coinvolgere. Ma molti più del solito hanno aderito alla nostra mobilitazione. Si sono fermati e si sono informati . Molti ci hanno detto semplicemente “Speriamo che cambi qualcosa”. Sappiamo bene che la mobilitazione non basta, ma vogliamo dare una scossa a una situazione incancrenita da troppo tempo».

«Il Pd è senza vergogna e rasenta il ridicolo: dovrebbe protestare contro se stesso, invece di spargere fake news facendo sistematica opera di disinformazione - così ha replicato l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi -. Il tentativo di nascondere le proprie responsabilità è palese e ancor più inaccettabile. Le Ferrovie dello Stato, che fanno riferimento al ministro Pd dei Trasporti Paola De Micheli, gestiscono la quasi totalità della rete ferroviaria lombarda e detengono la metà di Trenord: e il Pd ha il coraggio di inscenare queste pagliacciate contro Regione? Forse sarebbe più utile se i piddini organizzassero manifestazioni presso la sede di Trenitalia per ricordare alla società del gruppo Fs che anch’essa è socia di Trenord, e che gran parte dei problemi derivano dall’atteggiamento del socio Trenitalia - aggiunge l’assessore -. Mentre la Regione non ha mai fatto mancare investimenti anche diretti alla società che amministra il servizio ferroviario in Lombardia, nonostante non sia socia diretta di Trenord come lo è Trenitalia. I vari governi Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e ora il Conte 2, invece, non hanno mai mosso un dito per la Lombardia e i pendolari lombardi».

E ha aggiunto: «Durante tutti questi anni il problema dell’inefficienza della rete ferroviaria lombarda, gestita dalla società statale Rfi dunque da Ferrovie dello Stato dunque dal governo, si è aggravato. Si verificano con troppa frequenza guasti ai passaggi a livello, agli impianti alla linea aerea. E vogliamo dimenticare il fatto che metà della flotta di Trenord, quella di derivazione statale, sia vecchia e inadeguata? I treni conferiti da Trenitalia hanno 32 anni di media con punte di 45 anni, mentre quelli conferiti da Regione hanno 9 anni di media. Da fine novembre inizieranno a essere consegnati, per entrare in servizio progressivamente a partire da gennaio, i primi treni dei 176 nuovi convogli pagati interamente da Regione Lombardia con un investimento di 1,6 miliardi. Il Pd si ricorda dei pendolari solo quando diventano il pretesto per attaccare la Regione Lombardia: si vergogni e la smetta di speculare sulla loro pelle».

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