«Ore su una barella fra i dolori»
Presenta un esposto in Procura

Pronto soccorsoIl racconto di una donna di 85 anni, invalida al 100%, e del figlio: «Un inferno» L’episodio risale all’8 luglio

A 85 anni e invalida al 100%, lasciata per più di quattro ore su una barella in Pronto soccorso, senza nemmeno la possibilità di assumere l’antidolorifico che prende quotidianamente per tenere a bada i dolori lancinanti. Una vicenda che fa riflettere quella raccontata da un uomo di Val Masino, che adesso è divenuta anche materia di un esposto presentato in Procura a Sondrio.

L’episodio risale a mercoledì 8 luglio scorso, protagonista la mamma dell’uomo, una signora di 85 anni e invalida al 100%, con diverse patologie che le procurano dei dolori atroci che combatte assumendo un farmaco, il Contramal, più volte al giorno.

La mattina dell’8 luglio il figlio chiama un’ambulanza perché la madre sta male, forse ha una congestione, vomita.

«Prima che la caricassero in ambulanza – racconta l’uomo – volevo far assumere il farmaco a mia mamma, come di consueto, ma l’infermiera, temendo le provocasse vomito lungo il tragitto, mi ha consigliato di non darglielo, assicurandomi che glielo avrebbero somministrato in ospedale. È stata registrata nel Pronto soccorso di Sondrio alle ore 10.04 e da subito ha pregato, implorato, pianto, urlato, chiesto per pietà che le dessero il Contramal, perché i dolori erano insopportabili, ma tutto invano. È stata letteralmente parcheggiata in uno stanzino in preda a dolori atroci. Urlava, mi chiamava nella speranza che da fuori sentissi le sue urla e l’aiutassi. Nessuno - aggiunge - tra gli operatori sanitari presenti in Pronto soccorso si è preso la briga di chiedere a un medico il permesso di darle il farmaco contro il dolore. Tutti dicevano che senza il permesso della dottoressa non potevano darle niente, qualcuno mi ha chiesto se mia madre era farmaco dipendente (bella scoperta!), altri le hanno detto senza mezzi termini che era viziata e lì non era in albergo: mia mamma, una donna di 85 anni che ha lavorato tutta la vita come un somaro senza mai lamentarsi. Urlava e si aggrappava alle sponde del lettino perché il dolore era insopportabile, tutto questo nell’indifferenza, o peggio ancora, nel fastidio generale».

Nero su bianco

Un racconto davvero drammatico, ed è stata proprio l’anziana a riferire tutto questo prima al figlio e poi a metterlo nero su bianco anche nell’esposto presentato in Procura per denunciare l’accaduto.

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