Omicidio di Gera Lario
«Due sul luogo del delitto»

La difesa di Cerfoglio suggerisce piste alternative. «Sandrini doveva testimoniare contro gli spalloni». Processo chiuso. Forse tra sei giorni la sentenza

È il dubbio il solo alleato del pescatore. Condanna o assoluzione: tutto dipende dal tarlo che la difesa ha saputo insinuare nei giudici popolari. I quali, nella seconda udienza del processo per l’omicidio di Alfredo Sandrini, il socio di bianchini e di hashish dell’imputato Franco Cerfoglio, hanno ascoltato i testimoni chiamati a deporre dall’avvocato Pietro Bassi, con la speranza di dimostrare che con quegli spari nel buio il suo assistito non c’entra nulla.

Testimonianze nelle quali il legale dell’uomo accusato del delitto commesso la sera del 3 gennaio scorso lungo la ciclopedonale tra Gera e Domaso ha suggerito possibili piste alternative per allontanare i sospetti dal “fieou del pessat”.

Due, in particolare, le carte giocate dal difensore: la presenza di un paio di uomini, mai identificati ma comunque ripresi - decine di minuti prima dell’agguato, però - dalle telecamere della pista ciclabile dove Sandrini è stato colpito, e il fatto che due mesi più tardi la vittima avrebbe dovuto testimoniare in un processo per contrabbando di sigarette.

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su LA PROVINCIA di GIOVEDÌ 16 ottobre 2014

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