Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 16 Settembre 2013
Nuovo 118 in provincia
Bacchettate di Pradella
«In passato problemi con Vigili del Fuoco, Croce Rossa e Prefettura, ora guardare avanti» E sui disservizi dice: «Meccanismo da rodare, ma agli utenti bisogna trasmettere tranquillità»
«La riorganizzazione del 118 in atto è di tale portata che le criticità non possono mancare, ci vuole solo un po’ di pazienza tanto più che, proprio per la serietà del progetto, gravi disservizi non si possono produrre».
A sottolinearlo è Giuliano Pradella, promotore, insieme a Paolo Della Torre del servizio di emergenza e urgenza 118, in provincia di Sondrio, nel 1992. Il primo esperimento di questo tipo condotto in Lombardia che ha costituito, poi, il faro illuminante di tutta l’attività di emergenza e urgenza in regione.
«Anche allora, come adesso - ha insistito Pradella, presente alla conferenza stampa di venerdì in Azienda ospedaliera con i vertici Areu regionali -, all’inizio di problemi ce ne sono stati. Non tanto all’interno della struttura, perché gli operatori lavoravano al progetto con entusiasmo, quanto all’esterno. Problemi ne abbiamo avuti tanti con i vigili del fuoco e con la Croce rossa - ricorda -, sentitisi scippati di un protagonismo su questo tipo di soccorsi che prima apparteneva a loro. E non è che la Prefettura, a sua volta, ci appoggiasse, anzi. Ha sempre sponsorizzato i Corpi dello Stato, anziché noi. Ora vedo che la cosa tende a ripetersi - continua -, almeno con riguardo ai vigili del fuoco, e devo dire che il tutto appartiene a una storia di atteggiamenti che non condivido. Basti dire che, a suo tempo, i vigili del fuoco se l’erano presa perché non li avevamo avvertiti di un soccorso in atto sullo Scerscen Superiore!».
È esplicito, come sempre, del resto, Pradella, intervenuto alla conferenza stampa anche per raccogliere elementi utili a rispondere ad un’interrogazione in consiglio provinciale sull’argomento, presentata dal consigliere del Partito Democratico Giacomo Ciapponi.
«Sono interessato all’argomento anche come delegato al coordinamento delle politiche sanitarie in provincia di Sondrio - ha detto Pradella - per cui ho appreso con soddisfazione del livello del servizio raggiunto in provincia. Siamo agli inizi, ovvio, il meccanismo si deve rodare, ci sono delle segnalazioni da parte di cittadini, ma andrebbero anche un po’ filtrate dai media, perché si tratta, davvero, di questioni di portata molto limitata rispetto alla massa del lavoro svolto».
Tuttavia, un consiglio lo rivolge anche agli operatori del settore. «E mi si permetta - spiega Pradella - di dire una cosa importante anche agli operatori del soccorso, ovvero di evitare accuratamente di innescare situazioni di inquietudine fra la gente, perché, è evidente che se quando si produce un problema noi arriviamo nelle case dei richiedenti il soccorso e ce ne usciamo con espressioni come “eh, cosa vuole, adesso è cambiato tutto e non si capisce più niente”, cosa vogliamo che possa pensare il cittadino? Che stiamo facendo della gran confusione, quando non è vero. Vale la pena di stare tutti un po’ calmi e di fare ciascuno la propria parte».
Rispetto ai distinguo giunti in settimana dai vigili del fuoco, peraltro, Alberto Zoli, direttore generale Areu, ha sottolineato di voler chiedere un incontro al comandante dei vigili del fuoco di Sondrio a breve.
«Dopodiché - ha detto - il momento regolatore nei rapporti fra noi e i vigili del fuoco sarà proprio il 112. Perché, adesso, la centrale di Varese gira la chiamata sanitaria solo sul 118 di Bergamo, ed è questo che avvisa i vigili del fuoco se necessario. Mentre, in futuro, sarà il 112 direttamente ad avvisare sia il 118, per competenza, sia il 115 per conoscenza così da evitare fraintendimenti di sorta».
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