«Covid, Non ce l’aspettavamo
Contagi dove la movida non c’è»

«Contagiate persone senza frequentazioni a rischio. Osserviamo le regole»

Sondrio

«Non ce l’aspettavamo. Assolutamente. Non adesso. Anzi, eravamo serene, in discreto “disarmo”, sicure di poter trascorrere un’estate tranquilla, in vista, semmai, di un autunno-inverno più impegnativo, invece...».

E’ scossa Chiara Rebucci, infettivologa, responsabile del centro Covid dell’ospedale Morelli di Sondalo. Con le colleghe Sarah Barbuto e Marta Benedetti, e il personale in servizio al reparto, infermieri, operatori sociosanitari, ausiliari, addetti, è ripiombata nell’era Covid, con la sua bardatura, insopportabile nel caldo ferragostano, coi suoi rumori, con le sue preoccupazioni.

«I cicalini dei monitor, il fischio dell’ossigeno, le espressioni del volto dei pazienti in fase acuta, il loro cambiamento radicale al superamento della medesima, tutto, - dice la responsabile - a ricordarci che il virus è fra noi e non ha ceduto, nemmeno un poco, in virulenza».

Ebbene, sì, nonostante tutto quello che si è detto e sentito in questi ultimi mesi, il responso è questo. Il covid è rimasto tale e quale quello che era e fa i medesimi danni. «E’ un’amara constatazione anche per noi - dice Rebucci - perché per tutta l’estate abbiamo avuto, sì, a che fare col virus, ma riscontrato in persone asintomatiche o paucisintomatiche (con sintomi lievi, quasi impercettibili, nda), cosiddette, giovani, cioè dai 40 anni in giù. Persone che sono arrivate nei nostri Pronto Soccorso per altri motivi e che, sottoposte al test, sono risultate positive, ma di una positività con bassa carica virale. Che, un po’ tutti, hanno ritenuto essere pressocché intrasmissibile».

Invece... «Invece, visto e considerato quello cui stiamo assistendo, non correlerei più, in modo deciso, l’asintomaticità con l’incapacità di trasmettere il virus. Niente affatto». E questo perché venerdì scorso, a ridosso del Ferragosto, sono state ricoverate due persone gravi, con carica virale alta, giunte dalla Bassa Valtellina, di media età e che tutto avrebbero pensato fuorché essere entrate a contatto col covid.

«Entrambe con febbre alta e polmonite, una, addirittura, ha dovuto essere assistita con cpap (il casco che permette l’ossigenazione spinta, nda) e nessuna delle due ha avuto contatti particolari. Non sono andati all’estero o in vacanza, non hanno frequentato zone con tanta gente, movida o che altro, né sono andati in ospedali. Persone comunissime, tranquille, che non hanno idea di dove aver contratto il virus - dice Rebucci - esattamente il tipo di paziente con cui ci siamo confrontati in primavera. E questo significa una cosa sola, che il virus circola, sotterraneo, e che è trasmesso da persone asintomatiche».

Di cui l’invito a tenere alta la guardia, ad osservare le regole prescritte del distanziamento fisico, ad indossare la mascherina nei luoghi chiusi e ogni qual volta non si riesca a mantenersi alla giusta distanza anche all’aperto.

Il futuro

«Non è per fare allarmismo, ma la gente deve sapere che il futuro è nelle nostre mani - è l’appello accorato di Rebucci - e che da noi dipende l’andamento Covid dei prossimi giorni. E dico dei prossimi giorni, e non mesi, perché questo stato delle cose ci obbliga ad anticipare valutazioni che non avremmo mai voluto anticipare. È anche importante ricordare - precisa la dottoressa - che prima si interviene meglio è, per cui, in caso di sintomi è importante rivolgersi subito al proprio medico o al Pronto soccorso, perché i farmaci che abbiamo a disposizione sono tanto più efficaci quanto prima somministrati».

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