«No a Sondrio, la Sanità sul lago
resti a Como»

Medici, farmacisti, infermieri e veterinari hanno firmato un documento con aspre critiche al trasferimento all’Ats di Montagna. «Il servizio è peggiorato»

Medici, farmacisti, veterinari e infermieri, con le rispettive rappresentanze sindacali. Tutti “bocciano” senza appello la riforma sanitaria che prevede l’accorpamento del Centro e Alto Lario con Valtellina e Valchiavenna.

Ordini professionali, Collegi e Organizzazioni sindacali dell’area sanitaria della provincia, dopo aver fatto un primo bilancio dei risultati alla luce del nuovo territoriale della sanità del Medio-Alto Lario hanno sottoscritto in un documento le criticità ravvisate nel passaggio all’Ats di montagna di Sondrio. Problemi riassunti in un documento nel quale si specifica che «a cinque mesi dall’avvio della riforma sanitaria, la continuità assistenziale non ha vissuto un passaggio migliorativo ma, semmai, una regressione».

In altre parole «sulla base dei dati raccolti il trasferimento dell’area del medio ed alto lago alla Ats di Montagna non ha prodotto i risultati sperati per quanto riguarda i tre obiettivi dichiarati: semplificazione della vita dei cittadini; miglioramento della qualità dei servizi resi; riduzione dei tempi e dei costi della pubblica ammministrazione». Nel mirino la distanza da Sondrio ma anche i servizi che sarebbero venuti meno all’ospedale di Menaggio con disagi per il personale e per i cittadini.

La Regione, come si ricorderà, si era data sei mesi di tempo per una sperimentazione ed ecco dunque la richiesta di una rideterminazione dei confini dell’Ats.

L’articolo completo su La Provincia di mercoledì 22 giugno

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