«Niente tributi al Comune per tre anni»

La frana del Ruinon. Gli operatori di Valfurva, rappresentati dall’avvocato Ezio Trabucchi, lanciano la proposta. «I 2,3 milioni mancanti potrebbero arrivare dai Comuni confinanti, dai quali il municipio non ha mai preso niente».

Non pagare le tasse al Comune per tre anni. In Valfurva hanno trovato la formula compensativa per bilanciare le gravissime perdite economiche che si sono registrate durante quest’estate, nella quale l’unico ospite che ha lasciato il segno ed è rimasto, sempre presente, è il Ruinon, con la sua costante minaccia. La proposta è del gruppo di operatori economici della vallata, che hanno individuato nell’amministratore di lungo corso e legale Ezio Trabucchi il difensore della loro causa, il paladino della rinascita furvese quando invece l’atmosfera fino a pochi giorni fa era da indietro tutta, da timore globale. Gli operatori economici inevitabilmente sono stati i più colpiti dalla crisi, ma hanno capito che tutta la popolazione della Valfurva ha avuto, chi più chi meno, le stesse problematiche e quindi l’esenzione dei tributi locali deve riguardare tutti, senza distinzioni. Non pagare le tasse è sempre stato il sogno di tutti, ma togliere denaro alle casse di un Comune quello di Valfurva, che non naviga certo nell’oro, sembrerebbe come crocifiggere un’amministrazione già duramente messa alla prova nei suoi uomini dall’estate di totale emergenza che sta vivendo la vallata. Anche perché se l’intera popolazione della Valfurva non paga, per il Comune significa rinunciare a 2,3 milioni di euro annui.

Ma gli operatori avrebbero già individuato dove il Comune di Valfurva potrebbe trovare il soldi che i contribuenti risparmiano. Valfurva è uno dei centri confinanti con la Provincia di Trento e Bolzano, ma finora ha spesso rinunciato a quanto le sarebbe spettato, lasciando che i fondi provenienti dai Comuni confinanti fossero dirottati in opere di interesse più vasto, come ad esempio la casa di riposo di Bormio. «Ma ora è il momento che Valfurva sia ripagata dalla generosità che ha mostrato verso gli altri Comuni e quindi che sia presentata una scheda di raccolta fondi di 8-10 milioni di euro che, nei tre anni, dai Comuni confinanti finiscano nelle casse del municipio di Valfurva. Evitando così che rimanga dissanguato e non chiedendo un centesimo ai suoi cittadini», affermano gli operatori. La loro proposta, che coinvolge l’intera popolazione, ha il potere di mantenere compatto il fronte di tutti gli abitanti, in un momento nel quale restare uniti è l’unica ancora di salvezza.

Intanto si respira anche un cauto ottimismo affinché le opere urgenti chieste alla Provincia entro fine mese siano realizzate, in maniera che gli operatori economici da ottobre possano iniziare a vendere certezze ai clienti e non solo ipotesi ottimistiche. Soprattutto la realizzazione di un vallo con reti protettive che occupi anche parte dell’attuale carreggiata, con questa spostata più a valle verso il Frodolfo, è vista come una garanzia di tranquillità.

Ovviamente da settimana prossima disgaggio dei massi enormi ed intubamento dell’acqua del Confinale devono essere opere in atto e non virtuali, affinché la rinascita furvese non resti un’utopia che finisce presto come l’estate.

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