Multati in 567: in giro
ma non potevano uscire

I dati della Prefettura sui controlli: i trasgressori sono stati soltanto il 2,4%

In provincia di Sondrio soltanto il 2,4% dei cittadini fermati nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine non aveva valide motivazioni per spostarsi, mentre tutti gli altri sono risultati in regola.

È il ritratto di una cittadinanza disciplinata quella che emerge dai dati forniti ieri dalla Prefettura. Partiamo proprio dai numeri. Solo nella giornata di martedì le attività di verifica sulle principali arterie di collegamento stradale hanno portato a 616 controlli, con 7 persone sanzionate per inosservanza delle disposizioni relative al contenimento del contagio da Covid19. Poco più dell’1%, quindi, i cittadini indisciplinati tra quelli che sono stati fermati da carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza e polizie locali.

La percentuale sale di poco se si prendono in esame i dati dall’inizio dell’emergenza: 23.647 in totale le persone sottoposte a controllo sulle strade, di queste, 567 non avevano una valida ragione per lo spostamento, poco meno del 2,4%.

Pochissime in queste settimane le denunce per violazione degli articoli 495 e 496 del Codice penale, quelli, insomma, che disciplinano il reato di falsa attestazione: sono 19 dall’inizio dell’emergenza le persone che hanno presentato alle forze dell’ordine, nel corso di controlli, autocertificazione non veritiere. Denuncia penale, quindi, per meno di una persona su mille tra quelle fermate durante le attività di controllo.

Accanto ai posti di blocco sulle strade della provincia, anche un’attività di controllo degli esercizi commerciali. Martedì, ultima giornata con dati a disposizione, le forze dell’ordine hanno sottoposto a verifica 123 attività, e tutte erano in regola rispetto alle disposizioni per il contenimento del virus. In totale i controlli di questo tipo effettuati sono stati 3.479, 19 gli esercizi commerciali sanzionati per violazione dell’articolo 4 del decreto legge 19. La percentuale di commercianti indisciplinati in Valtellina e Valchiavenna è quindi dello 0,5%. In un solo caso è stata sospesa la licenza di vendita all’esercente.

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