Morto incastrato sul treno
Il macchinista vuole patteggiare

È accusato di omicidio colposo per la tragedia dell’aprile di un anno fa

Como

Per circa 37 secondi una spia ha segnalato un’anomalia nella chiusura delle porte del treno su cui, nell’aprile di due anni fa, ha trovato la morte Alessandro Rossi, passeggero rimasto incastrato con la gamba mentre tentava di scendere dal convoglio in partenza. Ma nonostante questo il treno è ripartito per la stazione successiva, non lasciando alcuno scampo all’uomo. Per aver ignorato quella spia il macchinista in servizio quel giorno ha già formalizzato un’istanza per patteggiare una pena per omicidio colposo.

La Procura di Como ha confermato l’accusa di negligenza e imperizia a carico del dipendente di Trenord che l’11 aprile dello scorso anno era ai comandi del treno suburbano 25049 partito da Como San Giovanni alle 13.21 e diretto a Milano Porta Garibaldi.

Quel giorno, giunto alla stazione di Albate, il treno è ripartito nonostante uno dei passeggeri, tentando di scendere dal convoglio quando ormai il capotreno aveva dato la chiusura porte, era rimasto incastrato con la caviglia tra le porte. E così è stato trascinato dal treno in corsa verso la stazione successiva, quella di Cucciago, dove ogni tentativo di soccorrere l’uomo era ormai del tutto inutile.

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