Morbegno, la Mostra del Bitto
piace anche in edizione “limited”

L’edizione numero 113 della storica manifestazione nel segno delle restrizioni contro la pandemia. Grande sforzo per garantire le condizioni di sicurezza. Il sindaco: «Dopo il Giro e Trofeo Vanoni , stop a tutto»

Era stata presentata come la Mostra “Limited edition” e nei fatti, sin dalla giornata di debutto, non ha tradito la denominazione che le è stata affibbiata. “Limited” perché unica e differente dalle edizioni che l’anno preceduta e “limited” perché limitata nei numeri e nelle proposte rivolte al pubblico. Così sabato la 113esima Mostra del Bitto, una delle più longeve manifestazioni enogastronomiche lombarde, ha sfidato il Covid dotandosi di tutte le misure di sicurezza per contrastare l’emergenza sanitaria in corso, senza rinunciare alla celebrazione della storia e della produzione del re dei formaggi valtellinesi, il Bitto, e insieme dell’arte casearia locale unita ai prodotti gastronomici lombardi.

La giornata clou da sempre è la domenica e oggi si vedrà il reale impatto della manifestazione, ma già ieri si è potuto saggiare l’effetto che fa l’edizione dell’evento in epoca Covid. Intanto la Mostra, che è stata concentrata interamente nel centro cittadino (prima aveva un’importante appendice in zona polo fieristico), sarà una delle ultime iniziative che per un bel po’ si terranno a Morbegno, anche questo forse ancora più gradita. «Dopo la Mostra, il Giro d’Italia e il Trofeo Vanoni del 25 ottobre daremo uno stop alle iniziative sul territorio visto l’evolversi della situazione sanitaria - le parole del sindaco Alberto Gavazzi -. A noi il compito di garantire le misure di sicurezza necessarie per uno svolgimento sereno delle manifestazioni in corso». La novità di quest’anno sono le prenotazioni: la Mostra si visita soltanto prenotando sul sito ufficiale o al consorzio turistico in piazza della stazione. Solo così si può accedere alle sale di degustazione nel complesso di Sant’Antonio e palazzo Malacrida, ma anche in piazza Sant’Antonio dove però, ai prenotati, si aggiunge un numero limitato di visitatori “liberi” rigorosamente numerati (circa 400 nella sola mattinata di ieri).

L’abitudine a essere schedati e ispezionati in tempo di coronavirus, la presenza del termometro e del contapersone, i perimetri imposti per raggiungere il sito non hanno ingessato troppo la visita, apprezzata dai più proprio perché più composta e per nulla frenetica anche nello spazio a ingresso gratuito, quello della piazza, dove è stato allestito il calècc, la fattoria didattica e il piccolo mercato dei produttori di formaggio. Indubbiamente ben strutturate le belle location per le sale di degustazione, con posti limitati, porzioni monodose, sanificazione dei locali. E merita una visita la casera allestita nell’abside dell’auditorium. Hanno aderito anche i ristoranti con i menù tipici e 10 bar con il “Cheese Hour”.

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