«Marika non è caduta
Il Signore l’ha raccolta»

Toccanti le parole di don Bruno Rocca ieri ai funerali a Oga della giovane morta in un dirupo

«Marika non è caduta, mi piace immaginare che il Signore abbia staccato le mani dalla croce e l’abbia raccolta fra le sue braccia. Guardiamo anche l’ultimo selfie che Marika si è fatta quando è arrivata in cima alla montagna poco prima dell’incidente mortale: di fianco al volto c’è una luce quasi fosse quella del Signore».

Quasi un presagio

Sono le parole del responsabile della comunità pastorale di Valdisotto, don Bruno Rocca, pronunciate ieri pomeriggio al cimitero di Oga durante il funerale di Marika Pagani, la giovane di 24 anni che giovedì ha perso la vita precipitando in un dirupo roccioso durante il rientro da un’escursione solitaria sui monti sondalini di Dombastone. Un volo tragico che non le ha lasciato scampo. Quella foto l’aveva inviata al fidanzato Luca per mostrargli l’impresa compiuta in attesa di raccontargliela successivamente. Proprio Luca, non vedendo rincasare la fidanzata e non avendo risposte al telefonino, aveva lanciato l’allarme ai soccorritori, che con l’elicottero hanno scoperto la disgrazia, trovando il corpo della giovane senza vita. Quella foto con l’ultimo sorriso, ieri, era appoggiata con un altro bel primo piano, sopra la bara al cimitero.

AMAVA LA MONTAGNA

«Un sorriso che ci indica quale fosse la voglia di vivere che c’era in Marika», ha proseguito don Bruno. Non facile trovare le parole per consolare i genitori, la sorella, il fidanzato, i parenti e i tanti giovani - tutti distanziati ma uniti - per l’ultimo saluto alla commessa del supermercato le Corti di Bormio. «Nessuno avrebbe voluto essere qua oggi - ha detto don Bruno -. È un dolore che colpisce tutta la nostra comunità, che ha dimostrato grande unità e solidarietà. Non è facile trovare parole oggi: le emozioni sono più forti dei pensieri. La mamma di Marika l’altra sera mi chiedeva una spiegazione di quanto è successo: c’è solo il silenzio. Un silenzio che unisce. Il silenzio non è assenza di parole, le lacrime sono un sentimento indimenticabile. Le lacrime sono una forma di preghiera: non a caso la conversione di Sant’Agostino è avvenuta davanti alle lacrime della madre».

«Marika amava la montagna - ha detto don Bruno -. Che rappresenta la voglia di libertà. Andare in montagna è uno sforzo per superare i limiti, vuol dire andare oltre, è desiderio di infinito, amava la montagna e lì ha trovato la morte».

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